LOTTA AL FUMO/ In Italia 80mila morti all’anno. Lorenzin: dobbiamo fare di più
Il fumo è la prima causa di morte in Europa, “dove miete 750 mila vite l’anno. In Italia sono 80 mila l’anno, come se una città grande come Varese o Grosseto venisse inghiottita dal fumo”

Il fumo è la prima causa di morte in Europa, “dove miete 750 mila vite l’anno. In Italia sono 80 mila l’anno, come se una città grande come Varese o Grosseto venisse inghiottita in una nuvola di fumo”. A lanciare l’allarme, in una lettera aperta indirizzata a tutti i parlamentari italiani, è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il paradosso, si legge ancora, “è che i grandi hanno smesso di fumare e i nostri figli invece cominciano a 12 anni. C’è qualcosa che non va. Che ci impone di reagire”. “Ho presentato una norma per proibire il fumo anche negli spazi aperti delle scuole, dove si radunavano professori, studenti, collaboratori scolastici, per estendere un divieto che va vissuto come un salvavita”, afferma Lorenzin, che poi invita a una riflessione: “Cosa pensereste se, andando da un medico, quello ti fumasse in faccia o permettesse il fumo nel suo studio? Nulla di più contraddittorio, nulla di più negativo”. “Sono stata colpita, come donna e poi come ministro, dalle statistiche che brutalmente ci dicono come i nostri ragazzi inizino ad accendere una sigaretta ormai già a 12 anni. Adolescenti che evidentemente non sono stati positivamente influenzati dalle pressanti campagne antifumo”. La crisi dell’Occidente, sottolinea il ministro, “non è solo economica. E’ anche una crisi di valori. Ci stiamo dimenticando le nostre conquiste, il rispetto dell’altro, i principi più elementari di educazione civica. Ma se ridiamo la parola ai nostri figli, se li sentiremo dire in auto ‘papà non si passa col rosso’, ‘papà non si dicono parolacce’, ‘papà il fumo mi fa male’, allora a qualcosa forse saremo serviti”. E’ per tutti questi motivi che Lorenzin chiede ai parlamentari un “sostegno, dentro e fuori il Parlamento, per fare un piccolo passo avanti di civiltà, per aiutarci a perseguire uno degli obiettivi che mi stanno più a cuore, come donna e come ministro: la prevenzione. Perché la prevenzione, prima di essere un’analisi o una tac, è dentro di noi, nei nostri comportamenti, nel nostro stile di vita”.
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