Cambiamenti in vista nella gestione economica degli ordini religiosi. La Congregazione vaticana per gli istituti di vita consacrata infatti ha preparato alcune linee orientative che saranno rese note nei prossimi giorni sul tema. Lo ha detto all’Osservatore romano il cardinale prefetto de Aviz: basta logiche di mercato e capitalistiche nella gestione dei beni degli ordini religiosi, per la Santa Sede il criterio fondamentale dev’essere il Vangelo, ha fatto sapere. Il cardinale de Aviz ha ricordato come il Papa abbia voluto dedicare un simposio tenutosi lo scorso anno sul tema: “Il tema dei lavori riguardava proprio la gestione dei beni ecclesiastici religiosi a servizio dell’humanum e della missione della Chiesa, intorno al quale abbiamo riscontrato una grande esigenza di qualcosa di più profondo e di nuovo”. Si tratta di un problema reale, ha continuato, perché se da una parte si assiste alla nascita di nuovi ordini e monasteri, dall’altra c’è invece un declino di queste realtà. Quindi bisogna chiedersi: i beni di queste realtà che stanno finendo a chi vanno? C’è poi la problematica dei religiosi che operano nel campo della sanità e dell’educazione, i cui rapporti con gli stati stanno mutando rapidamente: “La collaborazione di un tempo oggi non c’è più” ha spiegato. “I soldi dello Stato non arrivano o arrivano molto in ritardo o in misura minore mentre un altro fattore da tenere presente è la non preparazione tecnica di alcuni consacrati nel gestire i beni con i nuovi regolamenti statali e le varie implicazioni amministrative. Per questo, è urgente una formazione più ampia” ha concluso.
Estrazione numeri vincenti Million Day/ Scopri le cinquine del 27 luglio 2024 delle ore 13:00