Sta facendo discutere il piano presentato da Poste Italiane che prevede di recapitare la corrispondenza a giorni alterni in 5.296 comuni (su 8.046) scelti in base alla densità abitativa. La decisione, come fatto sapere nei giorni scorsi dall’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, dovrebbe produrre una riduzione tra il 30 e il 50% dei costi attuali. La posta verrebbe dunque consegnata a giorni alterni: una settimana di lunedì, mercoledì e venerdì, mentre quella successiva solamente di martedì e giovedì. Duro il commento della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) secondo cui il piano di Poste “rappresenta una palese violazione dei diritti di cittadinanza e del diritto all’informazione, negando l’accesso all’informazione quotidiana e penalizzando l’accesso all’informazione periodica ai cittadini di 5.296 comuni italiani”. Inoltre, come spiegato dal viceministro della Giustizia, Enrico Costa, il piano “espone il nostro Paese al rischio di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue. Se approvato, patiremmo un taglio pesantissimo dei servizi in migliaia di piccoli centri, soprattutto in aree montane e con maggiori carenze infrastrutturali”. Per questo motivo il viceministro ha segnalato al presidente dell’Autorità, Angelo Marcello Cardani, le sue osservazioni “fortemente critiche e ho riportato la questione al sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, facendomi portavoce delle preoccupazioni giunte da numerosi amministratori e tanti cittadini”.