Celeste Saieva/Video news, la donna:”Mio marito continua a far danni perfino da morto”. Come rivedere l’intervista (oggi, 30 gennaio 2016)

- La Redazione

Celeste Saieva, 30 gennaio 2016, alcuni dettagli che la donna, condannata per l’omicidio del marito Michele Cangialosi, ha detto durante l’intervista a Storie Maledette. 

celeste-saieva Celeste Saieva

Nella puntata dello scorso giovedì 28 gennaio 2016 della trasmissione Storie maledette, condotta da Franca Leosini su Rai Tre, è stata protagonista Celeste Saieva direttamente dal carcere di Bollate, condannata per aver ucciso il marito Michele Cangialosi. Una lunga intervista nel corso della quale la donna ha fornito la propria verità continuando a professarsi innocente, chiarendo tutte le dinamiche della vicenda per la quale è stata chiamata Mantide religiosa. Per quanti si sono persi l’appuntamento di questa settimana e vogliono riascoltare l’intervista è possibile farlo cliccando qui, fruendo del servizio gratuito offerto da Rai Replay.

Durante l’intervista a Storie Maledette, Celeste Saieva, condannata a 30 anni per l’omicidio del marito, ha parlato dei dettagli della vita vissuta al fianco di Michele Cangialosi, la vittima. La donna ha affermato che il marito era stato “il primo uomo in tutti i sensi” ed “un uomo violento”. Conosciuto quando era solo una ragazzina, Celeste Saieva e Michele Cangialosi vanno a vviere insieme quando lei aveva solo 14 anni. Due anni dopo avevano avuto il primo figlio e dopo altri due si erano sposati. Infine a 20 anni la donna era rimasta incinta del secondo figlio. Le violenze sono continuate, secondo Celeste Saieva, fino a quando non era entrato nella sua vita Nicola Piazza che l’aveva fatta innamorare per “la sua semplicità, il suo essere umile. Era la parte di me che avevo saltato”. La relazione fra i due amanti diviene subito profonda, tanto che si chiamavano al telefono anche solo per sentire il respiro dell’altro. Le loro reciproche attenzioni arrivano presto sulla bocca di tutti, arrivando fino a Michele Cangialosi. Ma secondo quando dice Celeste Saieva durante l’intervista, a lui “non importava niente di me”.

Si arriva quindi all’aprile del 2009, quando la coppia litiga per una questione di soldi, in seguito alla quale il marito sparisce. La donna allarma subito i suoceri ma viene fermata perché sul Cangialosi gravano tante denunce. Così, la scomparsa viene confermata ufficialmente solo 17 giorni dopo la data reale. Inoltre secondo la donna, il marito era fuggito per stare con l’amante, una certa Filomena, che  tuttavia in quei giorni si trovava a Sciacca e si stava per sposare. Questa versione viene sostenuta fino a che Giuseppe Bono, uno dei minorenni complici del delitto, decide di confessare tutto. Denuncia anche che Celeste Saieva aveva narcotizzato il marito ma secondo la donna “non ha mai detto che l’ho ucciso”. Nega inoltre qualsiasi coinvolgimento anche dell’amante Nicola Piazza, condannato come lei a 30 anni di carcere. Secondo la sua versione, la gente del Paese aveva additato il Piazza come complice nell’omicidio perché era mossa da invidia e gelosia. L’arresto di Celeste Saieva avviene quando Giuseppe Bono riferisce agli inquirenti i dettagli dell’omicidio e dove è stato sepolto il cadavere. Michele Cangialosi è stato prima strangolato quando si trovava dormiente ancora in casa ed è stato caricato nel baule della macchina. Dopo aver scoperto che era ancora vivo, viene ucciso a colpi di pietra e di zappa. Viene sepolto poi in un terreno di proprietà del padre del Piazza, un agente di polizia. I particolari rilevati sul corpo attesteranno che la versione di Bono è vera. Mentre i quattro, presente anche Paolo Naro, un amico del Piazza, sono in attesa di essere interrogati, vengono ripresi dalle telecamere nascoste. Il Naro chiede al Bono se ha parlato mentre Celeste Saieva, dopo essere tornata dai complici, riferisce che Michele Cangialosi “continua a far danni perfino da morto”. 







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