Colpo di scena nell’ambito del delitto di Albano Crocco, l’ex infermiere in pensione ucciso in modo macabro lo scorso 11 ottobre mentre era a funghi nei boschi di Lumarzo, nel genovese. Nella giornata di oggi si è assistito all’attesa svolta in seguito all’arresto del nipote della vittima, Claudio Borgarelli, l’unico indagato a piede libero. A darne notizia è la versione di Genova del quotidiano Repubblica.it. A carico dell’uomo ci sarebbero accuse pesantissime: oltre all’omicidio aggravato e premeditato anche l’occultamento e la sottrazione di cadavere. Sebbene il corpo di Albano Crocco sia stato rinvenuto dagli inquirenti nella stessa giornata della sua scomparsa, la scena alla quale hanno dovuto assistere i militari è stata inquietante: l’ex infermiere 68enne sarebbe stato prima colpito alla nuca a colpi di fucile, quindi decapitato. Nonostante le ricerche incessanti, tuttavia, la testa dell’uomo non sarebbe mai stata trovata. In seguito al suo fermo, Claudio Borgarelli è stato condotto nel carcere di Marassi a Genova. Secondo l’accusa, l’omicidio di Albano Crocco oltre ad essere stato premeditato sarebbe aggravato anche dai futili motivi. Si crede infatti che dietro l’orrendo delitto di Lumarzo possa celarsi la decisione di Borgarelli di uccidere lo zio Albano Crocco per via dell’uso da parte della vittima di un sentiero di sua proprietà, spesso percorso proprio durante le sue passeggiate per andare a raccogliere i funghi. Ad incastrare l’uomo – anche lui infermiere – sarebbero state le intercettazioni ambientali. Claudio Borgarelli si sarebbe però tradito da solo, ignaro del fatto che durante le perquisizioni nella sua abitazione i militare avessero posizionato diverse cimici. Parlando tra sé e sé il nipote di Crocco avrebbe asserito in un’occasione: “E’ anche giusto che faccio così, tanto l’ho ammazzato”. Il riferimento era al suo atteggiamento abbastanza collaborativo con gli inquirenti. Ed ancora, dopo un litigio con un altro abitante della zona, reo a sua detta di aver percorso il medesimo sentiero a causa del quale avrebbe ucciso Albano Crocco, sempre parlando con se stesso nella sua abitazione avrebbe asserito: “Quindi, uccidere te con il rischio di fare quello che ho fatto: uccidere”. Il riferimento sarebbe questa volta alla possibilità di poter nuovamente reiterare il delitto.