Nei giorni scorsi è stato compiuto un piccolo passo in avanti in merito al giallo di Nadia Arcudi, la giovane maestra morta in circostanze ancora misteriose e ritrovata senza vita nei boschi in provincia di Como lo scorso 16 ottobre. Mentre ci si interroga se il cognato, Michele Egli, arrestato con l’accusa di omicidio possa avere realmente fatto tutto da solo, come riporta il sito TicinoNews sarebbe stato trovato il telefonino della vittima. Sul luogo del ritrovamento non sarebbero state fornite ulteriori informazioni ma il dispositivo sarebbe stato ovviamente sequestrato dalla polizia e si spera di poter ottenere elementi utili in grado di chiarire definitivamente la morte di Nadia Arcudi la quale presenterebbe ancora molti punti poco chiari. Da quanto si apprende, il corpo della maestra morta sarà sottoposto ad ulteriori esami nella speranza di poter ricostruire le dinamiche di un delitto misterioso del quale il 42enne informatico arrestato continua ad ammettere solo l’occultamento del cadavere lasciando intendere che potrebbe esserci la mano di qualcun’altro dietro la morte della cognata.
La morte di Nadia Arcudi, la giovane maestra 35enne di Stabio, nel Canton Ticino, continua ad essere avvolta da un fitto alone di mistero. La donna è stata trovata senza vita nei boschi del Comasco lo scorso 16 ottobre 2016. Le dinamiche della morte parlano di infarto in seguito ad edema polmonare, ma sarebbero ancora in corso ulteriori accertamenti medico legali. Dopo le prime indagini, la polizia elvetica ha arrestato il cognato di Nadia Arcudi, Michele Egli, il marito 42enne della sorella della vittima con la grave accusa di omicidio, ma il caso sembra ancora lontano dalla soluzione. Come riporta il sito UrbanPost.it, infatti, pare che il presunto assassino possa aver avuto un complice il quale avrebbe potuto fornirgli un valido aiuto nella fase di occultamento del corpo. Questa pista sarebbe stata alimentata dal fatto che dopo aver occultato il corpo di Nadia Arcudi, il suo presunto assassino sarebbe tornato nella sua casa e rimesso tutto in ordine cercando di eliminare ogni traccia di trascinamento del corpo della cognata. Sono sempre gli inquirenti svizzeri a sostenere che Nadia Arcudi sia stata uccisa nella sua abitazione di Stabio e poi trasportata altrove in un secondo momento. Questo aspetto, tuttavia, sarebbe ancora tutto da chiarire. In mano agli inquirenti ci sarebbero le immagini delle telecamere di videosorveglianza che incastrerebbero il presunto assassino Michele Egli. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe trasportato il corpo della cognata nel bosco compiendo il suo viaggio il 14 ottobre, due giorni prima del ritrovamento del cadavere di Nadia Arcudi. Non è ancora chiaro però se la giovane maestra sia morta in casa o se sia giunta nel bosco di Rodero ancora viva. Agli inquirenti l’uomo ha raccontato di averla trovata senza vita all’interno della sua abitazione ma nega di essere stato lui ad ucciderla. La donna sarebbe morta per soffocamento ma su questo aspetto non si escludono altre piste come ad esempio l’assunzione di droghe prima del decesso, compresa quella indotta.