Dopo la sentenza di primo grado che ha sancito la condanna a 30 anni di carcere a carico di Veronica Panarello con l’accusa di aver ucciso e poi occultato il corpo del figlio di appena 8 anni, Lorys Stival, è proprio la giovane mamma di Santa Croce Camerina a prendere la parola. E lo fa nel corso di una recente intervista rilasciata al quotidiano Libero ed ovviamente ripresa dalla maggior parte degli organi di stampa nazionali. Non indietreggia di un solo passo Veronica Panarello, la quale continua a ribadire la sua ultima versione e ad accusare dell’omicidio del figlio primogenito il suocero, nonno paterno di Lorys e padre di suo marito Davide, Andrea Stival. “Immaginavo sì una condanna, ma non trent’anni. Perché io ho detto chi è stato”, sono state le parole della 28enne in carcere a Catania, a distanza di dieci giorni dalla sentenza di condanna. Anche al quotidiano, Veronica Panarello ripercorre le tappe di un delitto terribile, quello a scapito del piccolo Lorys Stival, morto, a detta della donna, per aver minacciato “di dire certe cose a mio marito”. Il riferimento è a quella che lei ha definito una relazione avuta con il suocero Andrea Stival e della quale Lorys era venuto a conoscenza. Inizialmente, ha ammesso la Panarello, i ricordi si erano fermati al momento in cui lei lo accompagnava a scuola. “Poi Lorys che non sta fermo e minaccia di dire certe cose a mio marito, Lorys che muore soffocato nella sua cameretta, Lorys che cade a terra vicino al letto, Lorys che grida fortissimo: tutto questo è grosso modo quello che è avvenuto”, ha aggiunto, rivelando così nuovi particolari shock sull’omicidio del figlio, tra cui le urla del bambino. “È la verità. Io ho soltanto omesso di dire chi c’era in casa con me in quel momento”, ha proseguito Veronica Panarello. Ed in casa con lei, sempre secondo la sua versione, sarebbe stato proprio Andrea Stival, nonno di Lorys e a sua detta il vero assassino. Le numerose versioni di Veronica Panarello avrebbero portato il marito Davide a non crederle più ed a prendere le distanze. E’ proprio al marito che la donna, condannata a 30 anni per l’uccisione del figlio, ha voluto rivolgere le ultime parole in chiusura di intervista. Parole dure e di accusa nei confronti di un uomo e di un padre che oggi ha perso non solo un figlio ma anche la moglie: “Per come lo conosco io, so che non si sente in colpa. Ma so che se lui fosse stato più presente e non mi avesse lasciata sola, tutto questo non sarebbe mai accaduto”.