BAMBINA DECAPITATA / Russia, il delirio della donna che l’ha sgozzata: non ha agito da sola? (Ultime notizie, oggi 2 marzo 2016)
Bambina decapitata a Mosca: confessa la donna killer di origini uzbeche, “me lo ha ordinato Allah”. La storia, le indagini e la ricostruzione dei fatti a Mosca due giorni fa

E’ stata definita a dir poco inquietante la presenza della donna, la babysitter 38enne che lo scorso lunedì ha sgozzato una bambina di 4 anni a Mosca brandendo poi la sua testa nei pressi di una stazione metropolitana. In occasione dell’udienza di convalida dell’arresto, la donna si è presentata in aula con uno sguardo di sfida ed un sorriso a favore di telecamera. Ai giornalisti, come riferito dal quotidiano Secolo d’Italia, la babysitter killer avrebbe continuato a pronunciare frasi prive di senso da dietro le sbarre della gabbia dove era rinchiusa: “Allah sta mandando un secondo profeta per portarci notizie di pace” ed ancora “Ho fame, morirò in una settimana… è la fine del mondo… mi è stato proibito di mangiare. Ciao a tutti”. Intanto, gli investigatori sono sempre più convinti che la donna che ha decapitato la bambina non abbia agito da sola ma sia stata spinta da “istigatori” al momento ignoti. Tra le sue frasi tramutatesi in un vero e proprio delirio, alla 38enne è stato naturalmente confermato l’arresto e la custodia cautelare fino al 29 aprile in attesa della conclusione delle indagini sulla bimba decapitata.
Il caso ha scosso mezzo mondo due giorni fa quando una bambina è stata decapitata e la donna killer si aggirava davanti alla metro di Mosca con la testa della piccola in mano, urlando “Allah u akbar”: è stata immediatamente arrestata la donna, Gyulchekhra Bobokulova, che era la baby sitter della piccola di 5 anni. Nell’interrogatorio la confessione choc, riportata dal Corriere: «Ho ucciso perché me lo ha ordinato Allah», ha affermato la donna davanti ai giudici di Mosca, dicendo anche di non opporsi alle decisioni che prenderanno in tribunale. L’agenzia Interfax riporta che la donna di origine uzbeka sarebbe stata sotto effetto di sostanze psicotrope quella tragica mattina: ha attesa che i genitori uccisero con il figlio più grande, e a quel punto si è scagliata sulla bambina decapitandola e dando alle fiamme l’intero appartamento. Poi l’epilogo tremendo della “passeggiata” con la testa in mano prima dell’arresto; vestita di nero e con il capo velato davanti all’uscita della metropolitana nella zona nord occidentale della capitale. I sospetti viaggiano dal fondamentalismo islamico ma anche sulla semi infermità mentale della donna: in entrambi i casi, rimane il dramma di un uccisione efferata e dai contorni inquietanti.
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