NIGERIANO UCCISO/ Fermo, fuggito da Boko Haram lo ha ritrovato in Italia: massacrato di botte
Un nigeriano fuggito dagli orrori della guerra nel suo paese in Italia è stato massacrato di botte a Fermo da un italiano che lo aveva insultato con parole razziste

Dov’è l’orrore, nella Nigeria degli islamisti terroristi di Boko Haram che da anni hanno massacrato nelle chiese e nei villaggi migliaia di persone, in gran parte appartenenti alle comunità cristiane, o nella ricca provincia italiana? Nessuna differenza verrebbe da dire perché sei ti chiami Emanuel Chidi Namdi, un nigeriano di 36 anni scappato dalla Nigeria insieme alla fidanzata dopo che una bomba, mentre erano chiesa, aveva dilaniato la loro figlia e i loro genitori, accolto da una comunità parrocchiale locale, sul punto di sposarsi, convinto di star ricominciando una vita serena lontano dal suo paese insanguinato, vieni invece massacrato a calci e pugni e ammazzato proprio in Italia. Il motivo? Emanuel stava camminando con la fidanzata l’altra sera per le strade di Fermo, i due erano ospiti del seminario vescovile quando un tale ha cominciato a insultare la donna. “Scimmia africana” pare le abbia detto. Ha insultato anche lui, “un negro”. Emanuel ha reagito, soprattutto per difendere la sua futura moglie e l’italiano, un 40enne noto come capo degli ultra della squadra locale, la famosissima “Fermana Football Club” (non che essere un ultra di una squadra di serie A sia meglio) ha tirato via dall’asfalto un palo segnaletico e ha sprangato a morte Emanuel. Ricoverato in coma, è morto il giorno dopo. L’aggressore è stato denunciato a piede libero, un lusso che neanche i miliziani di Boko Haram si aspetterebbero. Freasi di circostanza, il sindaco Paolo Calcinaro esprime dolore e “ferma condanna”: “La mia vicinanza va anche a don Vinicio Albanesi e a chi opera nelle strutture di accoglienza, per il loro lavoro quotidiano, perché il germe del razzismo non può in alcun modo proliferare in questa comunità”. Boko Haram non vive solo in Nigeria è anche qui, per le strade di Fermo. Si nutre dell’ignoranza e dello stesso odio per il diverso e mentre aspettiamo l’esercito del califfato la guerra è già cominciata. Ma a farla siamo noi, i figli del prospero occidente post Brexit. A Fermo negli ultimi mesi erano scoppiate quattro bombe davanti ad altrettante chiese, perché qua i preti accolgono gli immigrati. Proprio come in Nigeria.
(Paolo Vites)
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