Per sei notti ha dormito accanto al cadavere della moglie, una esperienza che consiglia a tutti coloro che perdono i loro cari, ecco una storia unica accaduta in Inghilterra
“Non mi ha fatto alcun effetto svegliarmi la mattina successiva e trovarmi accanto nel letto un cadavere” racconta al The Independent Russell Davison, dopo che il suo caso è diventato uno dei più discussi di Internet da lui stesso raccontato sulla sua pagina facebook. Accanto a lui c’era il corpo senza vita della moglie, Wendy, morta a soli 50 anni dopo lunga malattia. Il dolore per l’uomo e per il figlio Dylan era stato enorme, racconta di aver pianto per dieci ore consecutive. Così, invece di lasciare come si usa il cadavere da solo nella stanza per poi farlo portare nella camera mortuaria il girono dopo, quella sera decide di andare a dormire come sempre aveva fatto, accanto alla moglie. Dice di aver letto un po’, spento la luce ed essersi addormentato.
Prima, aveva lavato il corpo della donna, l’aveva vestita con il suo vestito estivo preferito, messa in una cesta di vimini e cotone invece che chiamare e farsi portare una normale bara (“Lei aveva sempre odiato quella parola” racconta). Passata la prima notte, l’uomo decide di farlo ancora.
Dormirà accanto al cadavere della moglie in tutto per sei notti. Assicura che il corpo non ha mai emanato cattivo odore di decomposizione, per ogni evenienza le aveva messo un pannolone ma dice che non è servito a nulla: nessuna decomposizione, dice, unica avvertenza tenere chiuse le imposte per non far entrare il sole. “Il viso aveva cominciato ad affondare e verso l’ultimo giorno la bocca si era aperta” dice “le unghie di mani e piedi non erano cresciute come dicono succeda ai morti, piuttosto la pelle cominciava a decomporsi in quelle parti”. Nulla di quanto poteva accadere al suo corpo poteva spaventarci, ha detto ancora, abbiamo osservato quello che il corso della natura semplicemente fa. “E’ stato di grande conforto per noi averla per quei giorni, Wendy era morta ma era ancora con noi.
Seppellirla immediatamente sarebbe stata una cosa troppo dolorosa: come può una famiglia permettere a degli sconosciuti di portare via così presto il corpo della propria amata? Se lo spirito di una persona deceduta dopo la morte è confuso e si aggira a vuoto, almeno si trova in un ambiente familiare invece che in un sacchetto di plastica nero in un obitorio”. La conclusione? “Consiglio a tutti di fare lo stesso”. Sei giorni dopo la donna è stata finalmente portata in un crematorio.
