NO A SHORTS E JEANS STRAPPATI A SCUOLA/ Rimini, regole su come vestirsi: “decoro e rispetto vanno recuperati”

- Emanuela Longo

No a shorts e jeans strappati a scuola: la preside di scuola di Rimini adotta regolamento sul dress code da rispettare durante le ore scolastiche. Ma non chiamatela “vecchio stampo”.

jeans_strappati_pixabay Immagini di repertorio (foto da Pixabay)

Le minigonne indossate a scuola, ormai, sarebbero un abbigliamento superato. Ora i giovanissimi preferiscono presentarsi con addosso shorts, jeans e magliette con i buchi o letteralmente strappati, canotte, cappellini ed addirittura ciabatte. Contro questo tipo di outfit si è scagliata la preside di una scuola di Rimini, la professoressa Sabina Fortunati dell’Istituto Da Vinci Belluzzi, la quale in apertura di anno scolastico ha voluto mettere i classici puntini sulle “i” sul dress code scolastico. A tal proposito ha redatto un vero e proprio regolamento nel quale mette al bando tutti i look considerati non “consoni” per essere indossati durante le ore scolastiche. Non si definisce affatto una prof “vecchio stampo” la preside della scuola in oggetto, intervistata dal quotidiano Corriere della Sera, ma la stessa ha ribadito come “decoro e rispetto” vadano assolutamente rispettati. “Forse abbiamo allargato le maglie un po’ troppo, e invece gli studenti devono ricordare che la scuola è un’istituzione pubblica, dove si trasmettono valori e si educa ai principii”, ha ribadito.

“PREPARIAMO I RAGAZZI AL FUTURO”

Con questo regolamento la scuola, a detta della prof, non tenta assolutamente di dare dritte estetiche legate alla vita privata dei suoi studenti, né si pone come una sorta di “luogo sacro” dove è auspicabile un certo tipo di abbigliamento. “Ma i ragazzi devono capire che ogni luogo comporta un atteggiamento adatto, che esistono contesti formali e informali, in base ai quali si sceglie come vestirsi. E che la cura della persona è la prima presentazione”, spiega la preside. Al regolamento si è arrivati dopo le copiose lamentele dei docenti ma, come ha ribadito la preside Fortunati, il loro intento è soprattutto quello di preparare i giovani al futuro: “Quando iniziano a fare alternanza scuola-lavoro, con stage in azienda, devono capire che ci sono ambienti di lavoro dove non si può essere troppo sportivi o trasandati. Se vanno in gita, o al parco, o al pub, possono fare quel che vogliono”, ha puntualizzato. Vero è che non sono solo i giovanissimi ad adottare look poco adatti al contesto scolastico. Anche gli stessi genitori, talvolta, esagerano in tal senso. Una collaborazione tra la scuola e la famiglia degli studenti, a questo punto, diventa fondamentale. “Cerchiamo la collaborazione dei genitori per far capire agli studenti che un abbigliamento può andar bene per accompagnarli a scuola ma magari non per parlare col preside”, ha chiosato la prof esigente.







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