Una rete di pedofili è stata scoperta a Paternò, comune della città metropolitana di Catania. Tre uomini sono stati arrestati con l’accusa di aver abusato di due ragazzini, di età inferiore ai 14 anni, sulla “scalinata” della Torre Normanna e nella biblioteca comunale. Tra i destinatari dell’ordinanza emessa dal Gip c’è anche lo zio di una delle vittime. I reati ipotizzati nei confronti dei tre indagati, in concorso, sono violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne e violenza sessuale di gruppo. L’indagine è partita dalla denuncia presentata da una mamma alla stazione carabinieri di Biancavilla: era allarmata dall’adescamento subito dal figlio minorenne attraverso Facebook. Un adulto dopo generiche presentazioni aveva cominciato ha cominciato a condividere le foto del figlio sul proprio profilo social. I militari, su delega del procuratore aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto Anna Trinchillo, hanno avviato un’indagine partendo dalla visione del profilo Facebook dell’indagato, che peraltro ha precedenti specifici alle spalle e una condanna per violenza sessuale ai danni di minori commessa nel 1995.
PEDOFILIA, ABUSI SU MINORI: 3 ARRESTI A PATERNÒ
Nell’inchiesta è finito un gruppo WhatsApp. Dagli accertamenti sui dispositivi mobili sono emersi frequenti contatti tra maggiorenni e minori. Colpiti dalla partecipazione alla chat di soggetti adulti e ragazzini, gli investigatori hanno constatato dal contenuto dei messaggi che la frequentazione tra i partecipanti era “ambigua”. E sono arrivati a scoprire la rete di pedofili e quindi ad arrestare tre uomini di 20, 42 e 54 anni. Dalla chat è stato possibile scoprire atti di pedofilia all’ombra della Torre Normanna di Paternò, in luoghi isolati e privi di illuminazione e persino nella biblioteca comunale. Come riportato da Repubblica, nel maggio 2018 i carabinieri – accompagnati dai minori e dai loro familiari – sono stati condotti nel piazzale dove, non consenzienti, avevano consumato quei rapporti sessuali violenti. Ora i tre pedofili si trovano rinchiusi nel carcere di piazza Lanza a Catania.