Una scoperta incredibile è venuta a galla nelle scorse ore, un relitto di 2.400 anni fa, adagiato praticamente intatto a 80 chilometri di profondità, al largo di Burgas, in Bulgaria. Fra i membri della spedizione di archeologi che hanno effettuato la straordinaria scoperta, anche Helen Farr, che parlando alla BBC ha spiegato: «Quando il Rov, il veicolo telecomandato, scende giù attraverso la colonna d’acqua e si vede questa nave apparire nella luce in basso, così perfettamente conservata, sembra di tornare indietro nel tempo». Il relitto non verrà spostato dal luogo dove sta riposando da più di un paio di migliaia di anni, ma un piccolo frammento preso grazie al rov è stato inviato all’università di Southampton (Inghilterra), dove verrà studiato, datato e catalogato, di modo da avere la conferma che si tratti del relitto intatto più antico di tutti i tempi «E’ al sicuro, non si sta deteriorando ed è improbabile che attragga cacciatori», ha concluso la Farr, sicura che i vari “Indiana Jones” non si avventureranno a 80 km di profondità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA NAVE HA 2400 ANNI
Eccezionale scoperta sul fondo del Mar Nero: è stata ritrovata una nave praticamente intatta, datata 2400 anni fa. Si tratta del reperto navale più antico del mondo, e diversi storici pensano che ci siano forti somiglianze con la nave di Ulisse, che veniva riportata con queste fattezze su un antico vaso. Si tratta di un’imbarcazione che raggiunge la lunghezza di 23 metri, e la scoperta è stata compiuta da un team d’archeologi con a capo un ricercatore britannico, Joe Adams, che sta portando avanti un programma di ricerca sottomarino chiamato Black Sea Maritime Archaeology Project. Ma nessuno avrebbe pensato di poter trovare a 2000 metri sotto il livello del mare un’imbarcazione così ben conservata: secondo gli esperti questo è stato possibile grazie alla mancanza d’ossigeno a 2000 metri di profondità, in aggiunta alle particolari condizioni ambientali di un bacino come il Mar Nero.
“UNA SCOPERTA IMPOSSIBILE”
Il professor Joe Adams ha parlato con grande orgoglio della sua scoperta, in un’intervista rilasciata al quotidiano britannico Guardian: “Una nave sopravvissuta intatta dall’epoca classica, a 2 chilometri di profondità, è qualcosa che non avrei mai creduto possibile vedere. Si tratta di un ritrovamento che cambierà le nostre conoscenze e la nostra compressione delle attività di cantieristica e della marineria del mondo antico“. Adams ha però confermato che per il momento, vista la grande profondità e letà straordinariamente vetusta dell’imbarcazione, non ci sarà la possibilità di riportare in superficie la Nave di Ulisse: nonostante le moderne tecnologie a disposizione, un’operazione del genere comporterebbe la distruzione del relitto.