“U parrinu”, il prete in dialetto siciliano. Dietro quella che sembra una minaccia e un insulto di stampo mafioso, potrebbe esserci solo il classico bullo che che si lamenta degli schiamazzi e dell’impossibilità di parcheggiare sotto casa. A poche settimane dal 15esimo anniversario dell’uccisione da parte della criminalità di don Pino Puglisi, il responsabile del centro sociale fondato proprio dal sacerdote ucciso, Maurizio Artale, è stato insultato e attaccato da “un energumeno” come lo ha definito lo stesso Artale in un suo post su Facebook. “Hanno fatto bene ad ammazzare u parrinu” ha urlato l’uomo in faccia ad Artale, lamentandosi poi che nella piazza dove abita e dove è sita la Casa museo dedicata a don Puglisi, non ci sia più tranquillità, e che non può più parcheggiare la sua moto sotto al balcone mentre prima (di aprire la Casa museo) poteva farlo.
“LA MAFIA HA FATTO BENE AD AMMAZZARE DON PUGLISI”
Inizialmente si era trattato di una discussione seppur animata tra i due, scrive il presidente del centro Padre Nostro, che gli aveva chiesto se non fosse contento che lì era venuto in visita il papa e se non gli sembrasse bello che la piazza ora era sgombra e pulita. La risposta è: “Non me ne f… niente del papa” e che era stata “tolta l’identità” cambiando nome alla piazza. A quel punto l’energumeno ha pronunciato la frase su don Puglisi che potrebbe anche costargli una denuncia. Il problema, si legge ancora, è come succede spesso a Palermo nessuno sia sceso in strada a sostenerlo o si sia affacciato ai balconi: “Ma dove erano le centinaia di persone che hanno esposto lenzuoli bianchi ai balconi in occasione della venuta del Papa? Come mai nessuno è sceso dalla propria abitazione per cercare di condurre alla ragione l’energumeno? Come mai, quando ho alzato lo sguardo verso le finestre e i balconi prospicienti la piazzetta, non c’era nessuno?. Questo non deve capitare. Quei lenzuoli bianchi devono diventare lo specchio della coscienza”.