Alcune testimonianze chiariscono la dinamica che ha portato alla morte di due operai a Taranto, caduti dopo un volo di 10 metri durante la ristrutturazione di un’abitazione. Un negoziante ha sperato: “Ho sentito un tonfo e sono uscito per controllare cosa fosse accaduto. Ho notato i due uomini esanimi sul selciato e ho capito che non c’era più nulla da fare. Li vedevamo spesso e davamo loro il buongiorno. Ci eravamo salutati poco prima.” Un altro residente della zona della palazzina in ristrutturazione ha spiegato: “Se avessero indossato la cintura si sarebbero salvati. Se lavori a un’altezza del genere devi essere imbracato al carrello elevatore. Non si può morire così.” Si evidenzia dunque la mancanza delle condizioni di sicurezza che avrebbero dunque reso fatale la caduta, oltre all’incidente che ha portato il ribaltamento del carrello elevatore sul quale stavano lavorando. (agg. di Fabio Belli)
I SINDACATI: “PAGINA NERA DEL LAVORO A TARANTO”
Morire per la rottura di un cestello di una gru. E’ accaduto quest’oggi a Taranto, dove due operai edili, padre e figlio, stavano eseguendo dei lavori di ristrutturazione di un’abitazione, quando qualcosa deve essere andato storto, e il cestello che li accoglieva si è ribaltato facendoli volare di una decina di metri. Una vicenda drammatica che è stata commentata così da Delle Noci, segretario generale della Filca Cisl Puglia: «Oggi a Taranto è stata scritta una delle pagine più brutte e tristi del lavoro nella nostra regione. Ancora una volta piangiamo vittime nei cantieri, ancora una volta il lavoro non fa rima con dignità ma con sangue e famiglie distrutte. Una cosa inaccettabile e contro la quale il sindacato è impegnato in prima linea, per assicurare la sicurezza e la dignità del lavoro nei cantieri, spesso teatro di infortuni mortali». Le parole di Delle Noci si riferiscono al fatto che i due operai morti non erano imbracati, e di conseguenza non disponevano delle degne misure di sicurezza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
628 MORTI BIANCHE DAL PRIMO GENNAIO AL 31 OTTOBRE
Il cestello in cui si trovavano si è ribaltato, e i due operai al loro interno sono morti dopo un volo di 10 metri. E’ accaduto a Taranto, dove due lavoratori stavano ristrutturando un’abitazione quando qualcosa deve essere andato storto, provocando appunto il decesso dei due, padre e figlio. Purtroppo si tratta delle ennesime morti bianche, così come vengono comunemente indicati i decessi nel mondo del lavoro. Pochi giorni fa l’osservatorio indipendente di Bologna sottolineava come dal primo gennaio 2018 al 31 ottobre, le vittime per il lavoro erano ben 628, per una media di circa 62 ogni mese, quasi due al giorno. Dati preoccupanti, che fotografano quanto sia ancora pericoloso lavorare in Italia. Fra i lavori più pericolosi vi sono ovviamente gli operai, sia che siano edili, sia che siano metalmeccanici, che spesso e volentieri subiscono incidenti che in molti casi possono appunto causarne la morte. La regione dove si muore di più è il Veneto, con 62 morti, seguita dalla Lombardia con 56, e dalla Campania con 52. Esclusa da questa triste classifica vi è la Valle d’Aosta, dove quest’anno non si è registrato nemmeno un decesso. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NON AVEVANO LA CINTURA DI SICUREZZA
Un incidente sul lavoro ha posto fine alla vita di due operai edili, morti dopo essere precipitati questa mattina da una piattaforma di elevazione che ha ceduto mentre padre e figlio erano impegnati in un lavoro di ristrutturazione di uno stabile nel rione Tamburi a Taranto. Come riportato da La Repubblica, le vittime secondo un primo accertamento effettuato dallo Spesal, il servizio dell’Asl che si occupa di sicurezza sul lavoro, non avrebbero avuto la cintura di sicurezza necessaria ad imbragarli alla piattaforma. L’edificio dove era stato allestito il cantiere – spiega sempre La Repubblica – è di tre piani ed è situato sulla parte finale di via Galeso, in direzione del rione Paolo VI di Taranto e della superstrada per Martina Franca. I nomi delle due vittime non sono stati ancora resi noti: lo saranno certamente nelle prossime ore. (agg. di Dario D’Angelo)
INCIDENTE SUL LAVORO A TARANTO: MORTI DUE OPERAI EDILI
Sono caduti da un cestello di una gru, e sono morti praticamente sul colpo. Ennesimo incidente mortale sul lavoro, accaduto precisamente a Taranto (Puglia), nei pressi del rione Tamburi, in via Galeso. Due operai edili stavano lavorando presso un’abitazione, dove stavano eseguendo delle opere di ristrutturazione, quando il cestello del carrello elevatore su cui si trovavano è improvvisamente ceduto. Stando a quanto riferiscono i principali organi di informazione online, a cominciare da Repubblica, pare che il cestello si sia ribaltato, e i due lavoratori che si trovavano al suo interno sono stati sbalzati fuori, compiendo un tragico volo di una decina di metri. L’incidente si è verificato questa mattina, e fin da subito le condizioni fisiche dei due operai edili sono apparse gravissime. Sul posto sono giunti dopo pochi minuti i sanitari del 118, che hanno tentato le manovre rianimatorie, ma a nulla sono valse: troppo gravi le lesioni riportate.
DUE OPERAI MORTI, CADUTI DAL CESTELLO DI UNA GRU
A causare il ribaltamento del cestello sarebbe stata la rottura del braccio della stessa gru, per ragioni ancora oscure. Subito è stata aperta un’indagine, e sul luogo si sono recati gli uomini della polizia e dei carabinieri, nonché i funzionari dello Spesal, Servizio di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro, e dell’Asl. Si cerca di ricostruire la dinamica di quanto accaduto, ed in particolare, capire se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza, a cominciare dal comprendere se i due operai fossero imbrigliati o meno con l’apposita cintura. Stando alle prime indiscrezioni emerse, pare che le due vittime fossero padre e figlio, e che il carrello elevatore fosse stato preso a noleggio per svolgere le opere di ristrutturazione commissionate da privati. I due operai morti lavoravano per un’impresa della provincia di Bari, la stessa impegnata nei lavori di quest’oggi. Purtroppo si registrano due nuove morti sul lavoro, le ennesime dall’inizio dell’anno.