Mantova, interrogato Gianfranco Zani, il padre del bambino morto nell'incendio della casa. “Non sono stato io”, continua a ribadire. Ma il gip convalida l'arresto
INTERROGATO GIANFRANCO ZANI: “NON SONO STATO IO”
Gianfranco Zani, l’uomo accusato di aver incendio la casa familiare di Sabbioneta, nel Mantovano, provocando la morte del figlio 11enne, continua a proclamarsi innocente. «Non sono entrato in casa e non ho appiccato il fuoco». Così il 53enne si è difeso davanti al Gip di Cremona. In pratica ha confermato quanto detto agli agenti della Polstrada che lo avevano arrestato subito dopo l’accaduto. Lo fa sapere il suo difensore, l’avvocato Fabrizio Vappina, al termine dell’interrogatorio da parte del Gip per la convalida dell’arresto. «Il mio cliente ha confermato quanto da sempre sostenuto, in un interrogatorio che tra formalità e verbalizzazione, è durato 45 minuti», ha dichiarato il legale, come riportato dall’Ansa. L’interrogatorio è avvenuto nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Cremona, dove Zani si trova da qualche giorno. «Il contenuto dell’interrogatorio, quindi, era scontato». Il Gip si è riservato di comunicare la convalida o meno dell’arresto al più presto. Zani dunque ha negato di essere entrato in casa sua, ammettendo solo la presenza fuori dalla villetta con il suo furgone.
SABBIONETA, ARRIVANO I RIS DI PARMA
Questa mattina, poco prima delle 11, sono arrivati gli uomini del RIS di Parma, insieme ai vigili del fuoco, per i rilievi approfonditi nella villetta a schiera. Presente anche l’avvocato Storti, in rappresentanza della moglie e mamma di Marco Zani. Lui stesso ha raccontato di come la violenza andava avanti da tempo, e in maniera reiterata, e di come qualche giorno prima della tragedia avesse chiesto invano il cambio delle serrature della casa. CremonaOggi fa riferimento anche alla testimonianza di un’amica della mamma che avrebbe raccontato come il padre fosse particolarmente risentito nei confronti proprio di Marco, il più “ribelle” dei tre, ma al momento sono solo voci. Inoltre, ieri è stato emesso anche un mandato per maltrattamenti nei confronti di Gianfranco Zani, quindi se il Gip non convalidasse il fermo, ci si potrebbe appellare a quest’ultima accusa per tenerlo in carcere. I rilievi intanto proseguono e proseguiranno ad oltranza fino a quando non verrà verificato ogni minimo particolare: servono prove oggettive di quel che è successo per ricostruire dettagliatamente i fatti.