Da imprenditore a 007 di se stesso: Giuseppe Piraino, un costruttore di 45 anni e padre di tre figli, si è nascosto una microtelecamera sotto la camicia e ha teso una trappola al suo estorsore, Luigi Marino. Lo ha filmato quando è arrivato nel suo cantiere per chiedere il pezzo, poi lo ha cacciato via e si è rivolto ai carabinieri, a cui ha consegnato il filmato. La sua decisione di opporsi al pizzo, e a Cosa Nostra, di filmare e denunciare il suo estorsore ha fatto il giro del web. Il costruttore di Palermo è diventato un modello, perché ha fatto quello che in pochi hanno il coraggio di fare. «Non siamo soli, denunciate», l’esortazione di Piraino a chi potrebbe trovarsi ad un bivio, come riportato dal Corriere della Sera. Quel giorno quando è arrivato a lavoro aveva trovato gli operai con le facce sconvolte. «È arrivato uno che ci ha buttati fuori perché “il padrone, non s’è messo a posto”. Dice che torna per parlare con lei». Lui invece li esorta a tornare a lavorare. La famiglia è preoccupata ma avvalla la sua scelta. Lo stesso giorno entra in un negozio per comprare la microtelecamera, fili e adesivi al torace, per registrare tutto.
GIUSEPPE PIRAINO, CHI É L’IMPRENDITORE CHE SI RIBELLA A COSA NOSTRA
Giuseppe Piraino ha deciso di agire da solo: ha affrontato il mafioso che si presenta puntuale, con l’atteggiamento spavaldo e il casco della moto tra le mani. «Noi sappiamo che sta facendo lavori. Lei non lo sa come si bussa quando va in casa di altri?», riporta il Corriere della Sera. Ma l’estorsore riceve una risposta che lo spiazza. «A nome di chi parla? “Noi” chi?». Quello allora lo invita ad abbassare la voce e poi aggiunge: «Volevo dire che un aiuto a noi…». La replica: «Consideri che ha davanti uno sbirro». Il boss abbassa lo sguardo e fa un passo indietro. «Era arrivato da malandrino e se ne è andato con la coda in mezzo alle gambe. Questo noi imprenditori possiamo farlo tutti insieme, liberandoci da questi quattro farabutti». Con quel video lo ha fatto finire in manette, insieme al resto della cosca. Ma quel filmato è utile anche «per capire che tanti miei colleghi pagano senza ribellarsi. La paura si spiega. Vanno supportati. Ma adesso Palermo è davvero a una svolta».