«Ci sono tre indagati per l’esplosione al distributore», ha spiegato il procuratore capo di Rieti, Lina Cusano, anche se non ha confermato chi al momento sia iscritto al registro delle indagini per quel terribile incidente. Di sicuro, anche se non confermato ufficialmente, ci sarebbe il camionista dell’autocisterna coinvolta nell’esplosione: per gli altri, bisognerà attendere comunicazioni ufficiali in merito allo sviluppo delle indagini. «Le conseguenze potevano essere veramente disastrose. Il materiale era di una infiammabilità devastante, basti solo sapere che la maggior parte dei filmati diffusi vengono da soggetti che erano a bordo di un pullman del Cotral», fa sapere il procuratore capo, non prima di sottolineare come la deflagrazione che ha scaraventato l’autobotte avvenne solo qualche minuto dopo. «Vi sarebbero potute essere conseguenze ancora più dolorose rispetto a quelle che già oggi ci sono. I vigili del fuoco hanno perso una persona che ha dato dimostrazione di quanta abnegazione ci possa essere», conclude l’ordinanza della Cusano.
INDAGATO CAMIONISTA AUTOCISTERNA
La via Salaria è stata riaperta, tra Passo Corese e Borgo Quinzio, dopo gli interventi di ripristino che hanno fatto seguito all’incendio e all’esplosione di mercoledì scorso in un distributore di benzina al chilometro 38,900. Come riportato da Il Messaggero, l’area è stata bonificata. Da questa mattina dunque, da e per Rieti, non ci sono più le deviazioni sulla Salaria vecchia o altri percorsi. Intanto la Procura procederà per omicidio colposo. Le indagini sono serrate sull’esplosione di un’autocisterna contenente Gpl che ha seminato morte e terrore. Il procuratore capo Lina Cusano Pero e il pm Lorenzo Francia hanno ricevuto una prima ma circostanziata informativa dei carabinieri, su cui i magistrati ipotizzano per ora il reato di omicidio colposo. Un avviso di garanzia è stato notificato ieri pomeriggio a Gianni Casentini, l’autista dell’autocisterna esplosa, ma nelle prossime ore l’elenco potrebbe sicuramente aumentare. Non è escluso che venga coinvolto anche il gestore della pompa della benzina e forse altre persone, tra cui un dipendente dell’impianto, che si trovavano nell’area di servizio nelle fasi di travaso del gpl. (agg. di Silvana Palazzo)
“EMERGENZA POTEVA ESSERE GESTITA MEGLIO”
Ancora Steve, il figlio del proprietario della pompa di benzina sulla via Salaria a Rieti, ha parlato nelle passate ore anche ai microfoni di Fanpage.it ricostruendo i concitati momenti successivi all’esplosione nella quale sono morte due persone e rimaste ferite altre 23. A sua detta, l’emergenza “poteva essere gestita molto meglio”. Dichiarazione giustificata dalle sue parole successive: “A Passo Corese abbiamo due caserme grandi, nessuno s’è mosso. Non ho visto nessuno a non far passare le macchine, la Salaria vecchia era un via vai di macchine, gente che si fermava, gente che scansava le macchine ferme, c’era tanta gente a guardare, tanta gente che non doveva essere lì”. Secondo le ultime notizie, la via Salaria resterà chiusa anche domani in entrambe le direzioni al fine di consentire le necessarie operazioni di bonifica dell’area dove si è consumata la drammatica esplosione. In merito alle persone ferite, invece, 16 risultano essere ancora ricoverate nei vari ospedali della zona. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“TRA INCENDIO E SCOPPIO È PASSATA UN’ORA”
Steve, il figlio del proprietario della pompa di benzina sulla via Salaria che ieri è esplosa causando due morti e 23 feriti, ha ricostruito quei momenti terribili. “Correte, è scoppiato un incendio”, ha urlato il camionista. Lui invece era dentro casa, stava mangiando. L’autocisterna era andata a fuoco, era pericoloso restare lì. Allora ha cominciato a correre urlando alla gente che incrociava di allontanarsi e ha messo al sicuro la sua famiglia. «Siamo scappati, abbiamo avvertito un po’ di gente ma qualcuno ci ha rimesso», ha raccontato a La Vita in Diretta. «Poi ci sono state due esplosioni, non so perché due, ma è successo un macello. Macchine in fiamme, gente che correva chiedendo aiuto…». Steve è stato tra i primi ad arrivare sul posto insieme ad un poliziotto che aveva caricato delle persone in macchina, poi sono arrivati elicotteri, pompieri e altri delle forze dell’ordine. Per Steve l’emergenza poteva essere gestita meglio: «Tra l’incendio e lo scoppio è passata più di un’ora». Inoltre, spiega che a Passo Corese ci sono due caserme grandi, ma «nessuno s’è mosso. Non ho visto nessuno a non far passare le macchine, la Salaria vecchia era un via vai di macchine, gente che si fermava, gente che scansava le macchine ferme, c’era tanta gente a guardare, tanta gente che non doveva essere lì». (agg. di Silvana Palazzo)
ESPLOSIONE RIETI: IDENTIFICATA SECONDA VITTIMA
E’ stata identificata negli scorsi minuti la seconda vittima dell’esplosione di Rieti, avvenuta nella giornata di ieri presso un distributore di carburante sulla Salaria. Si tratta di un uomo di 38 anni, Andrea Maggi, residente a Montelibretti, in provincia di Roma. A riferirlo è l’agenzia Ansa, secondo cui mancherebbe ancora l’ufficialità (che arriverà dopo l’esame del dna tutt’ora in corso), ma i carabinieri sembrerebbero ormai indirizzati verso il riconoscimento del secondo corpo, trovato a diversi metri di distanza dal luogo dell’esplosione. Andrea Maggi è la stessa persona per cui era stato diramato un appello nelle scorse ore al programma di Rai Tre “Chi l’ha visto?”, da parte di una donna di nome Barbara: «Non abbiamo più notizie di Andrea – diceva – ha una Opel Corsa nera vecchio modello». La donna ha provato a chiamare ripetutamente l’uomo al telefono ma questi non ha mai risposto. Ricordiamo che a seguito dell’esplosione è morta anche un’altra persona, un pompiere 50enne non in servizio, mentre in 18 hanno riportato varue ferite e sono stati ricoverati nei vicini ospedali di Roma.
INCHIESTA AL MOMENTO CONTRO IGNOTI
Di questi, alcuni versano in condizioni molto gravi a causa delle ustioni riportate su gran parte del corpo. Quasi uno scherzo del destino quanto accaduto ieri pomeriggio sulla strada Salaria, come se vi fosse una mano diabolica dietro le quinte, che abbia innescato una serie di episodi concatenanti, che hanno poi portato alla tragedia che si è verificata. Prima l’autocisterna che stava rifornendo le pompe di benzina che prende fuoco, quindi la chiamata dei soccorsi del 118 e dei vigili del fuoco, poi, una volta che in zona distributore vi fossero una ventina di persone, ecco una seconda devastante deflagrazione, quella che ha creato i maggiori danni. La procura di Rieti, ricordiamo, ha aperto un’inchiesta, al momento contro ignoti, anche se non è da escludere che possano finire sul registro degli indagati l’autista del tir e il titolare dello stesso distributore.