Enzo Tortora era all’apice del successo quanto fu ingiustamente accusato di essere un camorrista. Il noto presentatore televisivo, vittima del più grave errore giudiziario della storia della Repubblica italiana, non dovette sopportare solo il carcere, ma anche un linciaggio mediatico e giudiziario di violenza inaudita. «Il caso Tortora resta e resterà una pagina di vergogna della storia giudiziaria ma anche civile italiana», ha dichiarato Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, all’apertura del convegno organizzato a palazzo Madama a trent’anni dalla morte di Enzo Tortora. La presidente ha proseguito il suo intervento evidenziato come il caso Tortora abbia «smosso, smuove e continuerà a smuovere le coscienze di tutti noi, per quello che è accaduto, ma soprattutto per come è accaduto. Nulla fu lasciato al caso. Perfino il suo arresto fu una messa in scena. Addirittura i tempi apparvero perfettamente calcolati per dare l’opportunità a tutta la stampa di poterlo immortalare mentre usciva ammanettato e trasportato poi a sirene spiegate verso il carcere».
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TORTORA, A 30 ANNI DALLA MORTE IL CASO FA ANCORA DISCUTERE
Maria Elisabetta Alberti Casellati ha parlato del caso Tortora come di un «vero atto di barbarie sociale». Si tratta di una vicenda che brucia ancora molto, anche se sono passati trent’anni dalla morte del presentatore. «Fu un’esperienza fondamentale e molto venne fatto a seguito di quella vicenda come per esempio la gestione dei collaboratori di giustizia», ha dichiarato il Procuratore generale di Roma Giovanni Salvi. La magistratura ha imparato molto da questa vicenda a livello professionale, ma qualcosa non è cambiato: «L’ansia di rispondere all’opinione pubblica è rimasta molto forte e questo è un rischio». Sui social invece Tortora è stato ricordato dall’ex premier Matteo Renzi: «Trenta anni fa moriva Enzo Tortora. Grande professionista della Tv, ma anche vittima innocente di un assurdo linciaggio mediatico e giudiziario. Chi vuole DAVVERO difendere la giustizia, deve rifiutare il giustizialismo. Bisogna dirlo anche nell’Italia del 2018. Dirlo e ridirlo». Su Facebook invece ha scritto Andrea Marcucci, capogruppo del Pd a Palazzo Madama: «Enzo Tortora è stato un grande mattatore della TV, perseguitato dai giudici, braccato dai media. Era un uomo onesto, un galantuomo, stritolato da un meccanismo folle».