Mafia, fratelli Graviano, confiscati beni per più di 10 milioni di euro: il business della benzina ha fornito ingenti guadagni a due dei più pericolosi esponenti di Cosa Nostra
La guardia di finanza di Palermo ha confiscato beni per più di 10 milioni di euro ai fratelli Graviano. Il nucleo di polizia economico-finanziaria, ha bloccato parte dell’ingente patrimonio di Filippo e Giuseppe, reggenti del mandamento di Brancaccio, già condannati all’ergastolo per le stragi di Capaci e via d’Amelio, tristemente note per la morte dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo, nonché la loro scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. I beni confiscati riguardano tre distributori di carburante, un tabaccaio, un parcheggio, e ben 10 immobili fra appartamenti, terreni e ville.
MILIONI DI EURO DALLA VENDITA DI CARBURANTE
Le indagini sono state svolte dalla guardia di finanza, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, e come sottolineato in particolare da PalermoToday, hanno portato alla luce un sistema di ingenti guadagni derivanti in particolare dalla vendita al dettaglio di carburante. I fratelli Graviano avevano infatti acquistato sin dagli anni ’90 delle aree di servizio in posizioni strategiche vicino alle autostrade del capoluogo siciliano. Tra l’altro, dalle indagini è venuto alla luce anche un sistema di prestanome di gente insospettabile. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo
