Fondi Lega: sequestro rateizzato per non bloccare il partito/ Salvini frena, Nordio smonta l’ipotesi

- Carmine Massimo Balsamo

Fondi Lega: sequestro rateizzato per non bloccare il partito. Ultime notizie 49 milioni, il segretario federale Salvini frena, Nordio smonta l'ipotesi

matteo_salvini_2_lapresse_2017 Matteo Salvini (foto Lapresse)

Fondi Lega: sequestro rateizzato per non bloccare il partito, nuovi aggiornamenti sull’inchiesta della Procura di Genova sull’ormai famosa vicenda dei 49 milioni di euro del Carroccio. L’ultima ipotesi è quella di una restituzione a rate della somma bloccata, che permetterebbe ai pubblici ministeri di bloccare subito una parte di denaro del partito e che consenta al movimento guidato da Matteo Salvini di non morire ‘asfissiato per la paralisi dei suoi depositi’, sottolinea Il Secolo XIX. Il segretario federale ha già sottolineato che “non è possibile rateizzare quello che non si ha”, mentre il legale Roberto Zingari ha precisato che non è stato deciso ancora nulla in questo senso”, sottolineando che verrà presentato un nuovo ricorso alla Corte Suprema. Questa ipotesi prevederebbe il versamento di somme a cadenze regolari di liquidità entrante da donazioni private, dai parlamentari, dal cinque per mille o dalle iniziative pubbliche.

NORDIO SUL CASO FONDI LEGA

E nelle ultime ore si è accesa la polemica all’interno della maggioranza di Governo Lega-Movimento 5 Stelle, con il pentastellato Alessandro Di Battista che ha chiesto la restituzione del maltolto; Salvini ha già replicato per tono, con la situazione di alta tensione che potrebbe compromettere la sopravvivenza dell’esecutivo. Infine, segnaliamo il punto di vista dell’ex pm Carlo Nordio, intervenuto ai microfoni di Stasera Italia: “Certi fondi possono essere pervenuti o investiti molto tempo dopo la commissione del reato, ma essendo legati al reato medesimo possono essere aggrediti. Ma quando c’è la prova che questi beni, soprattutto quelli futuri, non hanno alcun nesso con il reato, per esempio sono frutti di donazioni o di sottoscrizioni parlamentari – quindi non hanno alcuna connessione con il reato per il quale pende ancora il giudizio – non vedo in base a quale legge possono essere aggrediti o addirittura sequestrati”.





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