Roma, tangenti e favori in cambio di case popolari: tre giorni fa un’operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di sei persone per corruzione nella Capitale, coinvolto anche un dipendente del Comune capitolino. A Storie Italiane sono state pubblicate le intercettazioni dei discorsi tra le persone coinvolte nell’inchiesta Anaconda, così da fare capire come funzionava il racket delle case popolari. “C’avemo in mano la graduatoria”, sottolinea una persona, che poi aggiunge senza mezzi termini: “Ho Roma tra le mani”. L’avvocato Guido Lanciano di Unione Inquilini ha sottolineato: “Noi come Unione Inquilini abbiamo inviato decine di segnalazioni al Comune tra 2013 e 2015: la casa popolare vuota veniva occupata dopo due mesi. Da queste nostre segnalazioni è partita l’inchiesta”.
IL RACKET DELLE CASE POPOLARI
Continua l’avvocato Guido Lanciano: “Non hanno scavalcato delle graduatorie, hanno dei figli con timbri rubati in cui c’è scritto che hanno l’assegnazione. Toglievano le case alla graduatoria: nel 2015 sono iniziati i procedimenti e il Comune ha tirato fuori la graduatoria, che oggi è trasparente e controllata”. Storie Italiane ha intervistato una delle vittime di questo racket, che ancora oggi risulta abusivo nonostante la sua condizione: “Sono sedici anni che aspetto di essere messo sotto contratto, ho fatto tutti i vari censimenti però ancora oggi risulto abusivo. Mi è stata fatta una multa da 21 mila euro, sono invalido al 100 per cento. Succede in tutta Roma, appartamenti dati sotto banco e favori: si sa da tempo”. E a proposito di eventuali proposte per aggirare la legge: “Non me l’hanno proposto direttamente ma mi hanno fatto capire che c’erano delle vie parallele per ottenere ciò che mi spetta da sempre. Purtroppo rischi di perdere l’appartamento per un discorso di favori e di amicizie”.