Ieri è finito l’incubo di 250 coppie che speravano di avere un figlio. Il Policlinico Mangiagalli ha ricevuto l’autorizzazione del Tribunale al dissequestro di 700 embrioni dopo il processo al ginecologo Severino Antinori. Il 13 maggio 2016 cominciò la loro odissea, perché quegli embrioni erano il “corpo di reato”. Il medico, considerato fino a quel momento uno dei ginecologi più noti e pioniere della fecondazione assistita, venne arrestato per furto di ovuli. Nei giorni scorsi i Nasi hanno consegnato il provvedimento, ma a quasi due anni e mezzo dall’arresto del ginecologo c’è il rischio che quegli embrioni restino, almeno in parte, “orfani”, cioè senza nessuno che li richieda più, quindi conservati con azoto liquido a meno di 196 gradi. Per legge c’è l’obbligo di conservarli, per sempre. Impossibile al momento fare previsioni, ma secondo il Corriere della Sera le probabilità sono parecchie.
GLI EMBRIONI DI ANTINORI RISCHIANO DI RESTARE “ORFANI”
Negli ultimi due anni e mezzo le coppie che lo desideravano potevano ottenere il dissequestro dei loro embrioni presentando una richiesta di autorizzazione al Tribunale. Ma finora si sono fatte avanti in 60, come riportato dal Corriere della Sera. E l’85% ha voluto proseguire la fecondazione assistita in Mangiagalli. Le rimanenti coppie si sono rivolte ad altri centri, a cui sono stati inviati gli embrioni. Delle altre 190 coppie non si è fatto avanti più nessuno, quindi restano 500 embrioni. Intanto lo scorso 15 febbraio il ginecologo Severino Antinori è stato condannato in primo grado a sette anni e due mesi di carcere per lo scandalo del prelievo forzato di ovociti ai danni di una giovane infermiera spagnola di origini marocchine, avvenuto il 5 aprile 2016 alla clinica Matris di Milano di cui il ginecologo è il fondatore. La condanna è per «lesioni aggravate e rapina di ovociti». Il medico è stato anche interdetto per «cinque anni e sei mesi» dall’esercizio della professione.