Una strage. Non potrebbe essere definito diversamente quanto avvenuto nella tarda serata di ieri a Cursi, in provincia di Lecce. Il bilancio della sparatoria è di tre morti e un ferito. Le vittime sono un uomo e il figlio e la zia di quest’ultimo. In manette Roberto Pappadà, 57enne arrestato per il triplice omicidio pluriaggravato da futili motivi e premeditazione. È stato trasferito in nottata nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce. Il movente della strage sarebbe da ricondurre alle continue liti nel vicinato. Quando è stato portato nella caserma dei carabinieri, Pappadà ha confessato. Alla presenza del suo legale difensore, l’avvocato Nicola Leo, Pappadà ha ricostruito lucidamente la sua folle vendetta, asserendo che il vaso era ormai «sbatterrato» (termine salentino, ndr), dopo un anno e mezzo – a suo dire – di soprusi subiti. Pare che pretendesse che accanto alla sua abitazione potesse posteggiare l’auto solo lui. E il più delle volte, solo per quieto vivere, riusciva ad ottenere quello che voleva. Ma non c’è un posto riservato ai disabili in quel punto e non è una zona riservata. Era semplicemente una sua richiesta. (agg. di Silvana Palazzo)
LUCIDA FOLLIA DI ROBERTO PAPPADÀ: UCCISI A SANGUE FREDDO
A Cursi, in provincia di Lecce (Puglia), un uomo di 52 anni ha fatto una strage esasperato dalle continue liti con i vicini. Ne ha uccisi due, Andrea e Franco Marti, figlio e padre di anni 36 e 63, freddandoli in strada, quindi ha sparato a Maria Assunta Quarta, 52enne zia di Andrea, ferendola in maniera grave (trasportata in ospedale, morirà poco dopo), per poi fare fuoco contro Fernanda Quarta, moglie di Franco e mamma di Andrea, colpita solo di striscio. Quest’ultima si trova ricoverata presso l’ospedale Panico di Tricase, e ne avrà per una quindicina di giorni. Una serie di colpi di arma da fuoco che hanno attirato numerosi curiosi, scesi in strada per vedere quello che stava accadendo. I cittadini di Cursi hanno così assistito ad una scena terribile, un uomo folle che sparava a bruciapelo senza alcun motivo, se non quello di un parcheggio davanti a casa, come dirà poi lo stesso nell’interrogatorio successivo all’arresto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FIDANZATA RISPARMIATA
Una lucida follia ha ispirato Roberto Pappadà, l’uomo che ieri ha ucciso 3 persone e ne ha ferito gravemente un’altra a Cursi, in provincia di Lecce, esasperato dalle continue liti per il parcheggio davanti casa che trovava sempre occupato dai vicini di casa. Come riportato da Leccenews24, il killer appostatosi sotto l’abitazione di una delle vittime avrebbe aperto il fuoco contro Andrea Marsi, 36 anni, il primo a morire, che poco dopo le 23 stava rientrando a casa con la propria fidanzata (originaria di Maglie). Dopo aver ucciso il giovane, Pappadà avrebbe intimato alla ragazza di andarsene:”Tu non c’entri nulla, allontanati”. Non era evidentemente lei l’obiettivo del suo raid, così come non lo era un passante che avrebbe cercato inutilmente l’assassino e che avrebbe ricevuto lo stesso invito ad allontanarsi. A quel punto la ragazza avrebbe dato l’allarme, telefonando ai genitori del suo ragazzo. Ed è stato al momento dell’arrivo di papà Franco Marti, della moglie Fernanda Quarta, della sorella della donna Maria Assunta e del marito, che Pappadà ha freddato con un solo colpo di pistola il genitore del ragazzo, impegnato in quel momento a sincerarsi delle condizioni del figlio, prima di ferire le altre due signore (una delle quali deceduta poco dopo in ospedale). (agg. di Dario D’Angelo)
“MI PARCHEGGIAVANO SEMPRE DAVANTI CASA”
Ha ucciso i suoi vicini di casa, esasperato dalle continue liti per il parcheggio. E’ stato lo stesso assassino, Roberto Pappadà, ad ammetterlo davanti agli inquirenti: «Me lo facevano apposta a parcheggiare le loro auto davanti casa mia – racconta, come riporta l’edizione online de La Stampa – ho sbagliato, non voglio essere difeso, pagherò, ma dovevo mettere fine a questa storia». Tre persone sono morte per un parcheggio, e una quarta è rimasta fortunatamente solo ferita, colpita di striscio dai proiettili sparati dallo stesso aggressore. Il 57enne di Cursi è accusato di triplice omicidio pluriaggravato da futili motivi e premeditazione, e si trova attualmente presso il carcere di Borgo San Nicola in Lecce. L’uomo ha freddato i tre vicini di casa, e quando sono giunti sul luogo della sparatoria le forze dell’ordine, non ha opposto alcuna resistenza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UNA STRAGE
Una vera e propria strage si è consumata a Cursi, nel Leccese, dove Roberto Pappadà, 57 anni, ha ucciso a colpi di pistola Francesco Marti e suo figlio Andrea, rispettivamente di 63 e 36 anni rispettivamente, la cognata di Francesco, Maria Assunta Quarta, (deceduta in ospedale) e ha ferito gravemente la moglie di Francesco Marti e madre di Andrea, Fernanda Quarta, ricoverata a sua volta in codice rosso. Una carneficina andata in scena secondo le prime ricostruzioni al termine dell’ultima di una serie di liti tra vicini aventi come oggetto un parcheggio. Secondo quanto riferito da Leccenews24, erano da poco passate le 23 quando il killer, appostatosi sotto l’abitazione dei vicini, ha aperto il fuoco con una 357 Magnum detenuta illegalmente. All’arrivo dei carabinieri sul posto, l’uomo non ha opposto resistenza all’arresto. (agg. di Dario D’Angelo)
LA RICOSTRUZIONE
Emergono ulteriori dettagli in merito alla cruenta sparatoria che ha visto morire tre persone a Cursi, in provincia di Lecce. Stando a quanto scrive quotidianopuglia.net, l’aggressore, Roberto Pappadà di 57 anni, avrebbe sparato con una pistola 357 magnum illegalmente detenuta. Il movente delle tre uccisioni a sangue freddo, le continue liti, degenerate poi in una sparatoria feroce. L’uomo avrebbe atteso l’arrivo di Andrea Marti, 36enne, che stava tornando a casa dopo essere uscito con la fidanzata. Sceso dall’auto, il ragazzo è stato freddato con dei colpi di pistola. A quel punto è uscito in strada il padre, Francesco, che voleva soccorrere il figlio, ma che a sua volta è stato ucciso da Roberto. Quindi è toccato alla zia di Andrea, colpita all’addome e ricoverata in codice rosso presso l’ospedale, poi perita poco dopo l’arrivo nella struttura ospedaliera. Ferite lievi per Fernanda Quarta, madre di Andrea, colpita solo di striscio, mentre lo zio del ragazzo è sopravvissuto avendo trovato riparo in casa. L’assassino si trova attualmente presso il carcere di Borgo San Nicola a Lecce (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRE MORTI E UN FERITO DOPO SPARATORIA
Un litigio fra vicini ha portato alla morte di tre persone e ad un ferito. E’ avvenuto precisamente a Cursi, nel sud del Salento (Puglia), dove un uomo, Roberto Pappadà di 57 anni, ha aperto il fuoco verso i propri dirimpettai, uccidendone tre e ferendone una. Le vittime, come riferisce l’edizione online de La Repubblica, sono Franco e Andrea Marti, padre e figlio di anni 63 e 36, e Maria Assunta Quarta, 52enne zia Andrea. E’ invece ricoverata presso l’ospedale di Tricase, Fernanda Quarta, la moglie di Franco Marti, non in pericolo di vita. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti e soprattutto il perché di tale folle gesto.
LITE PER QUESTIONI DI PARCHEGGIO
Si sa solo che Roberto Pappadà è disoccupato, è un ex operaio, e si dedica alla cura della sorella disabile. La lite dovrebbe essere nata in strada, in via Tevere, dove abitano le due famiglie. Il killer avrebbe estratto l’arma sparando contro Andrea Marti appena giunto con la propria auto a casa. Quindi ha aperto il fuoco contro il padre, la mamma e la zia. Questi ultimi tre si trovavano in casa, quando hanno sentito i primi spari (quelli contro Andrea), e sono quindi usciti, venendo a loro volta falciati. Pare che fra le due famiglie vi fossero rapporti molto tesi per questioni di parcheggio.