Marco Camuffo, il carabiniere condannato a 4 anni e 8 mesi per lo stupro delle studentesse americane a Firenze, è stato “incastrato” dal collega Pietro Costa. Lo ha scritto il giudice Fabio Frangini nelle motivazioni della sentenza arrivata a ottobre scorso con rito abbreviato per l’appuntato. Costa «fa dichiarazioni che inchiodano Camuffo dicendo di aver sentito i “no.. no”’, “no.. cosa fai”» della ragazza, scrive il gup. Queste dichiarazioni «inchiodano Camuffo alle sue responsabilità». Per il giudice «poter affermare che Camuffo non avesse percepito il diniego della ragazza, sentito dal suo collega “indaffarato” con l’altra, appare veramente arduo». Poi aggiunge che «il rapporto sessuale c’è stato ed è stato “contro” la volontà della donna». Nelle motivazioni della sentenza si parla di «rapporto sessuale con violenza, senza il consenso, approfittando di una situazione psicofisica di inferiorità ma soprattutto a fronte del dissenso ben espresso dalla ragazza» americana ubriaca. I due carabinieri sono stati imputati di aver violentato due studentesse americane incontrate in una discoteca di Firenze, mentre erano in servizio di pattugli: le avevano accompagnate a casa e violentate nel vano scale.
STUDENTESSE USA STUPRATE, CARABINIERE INCASTRATO DAL COLLEGA
La vicenda risale al 7 settembre 2017. L’11 ottobre 2018 c’è stato il processo a Marco Camuffo in abbreviato per violenza sessuale su una ragazza, 23enne, mentre il carabiniere Pietro Costa avrà un processo con rito ordinario, per stupro sull’amica, che comincerà il 10 maggio a Firenze. Per il giudice «non vi è un solo motivo per il quale è possibile prospettare la possibilità di riconoscere alcun tipo di attenuante all’imputato». I due carabinieri aveva consapevolezza che le due ragazze «avevano bevuto alcolici e anche parecchio». Mentre la ragazza violentata da Camuffo fornisce un «racconto della violenza sessuale coerente e pieno di pathos, non contradditorio, sempre uguale nelle varie dichiarazioni rese, per nulla enfatizzato», il carabiniere dà «una sua versione dei fatti assolutamente risibile, non logica, descrivendo una scena sessuale ridanciana se non fosse di assoluta drammaticità». Il racconto delle due studentesse americane è stato dunque giudicato «coerente», così come le loro successive reazioni sono state giudicate «spontanee e compatibili con quanto avvenuto».