Microspie nella sacrestia di una chiesa, pronte a captare non solo le conversazioni che avvenivano al suo interno ma anche le confessioni dei fedeli. E’ successo a Nardò, nella chiesa di San Domenico, in provincia di Lecce, dove in breve tempo ha preso il via una appassionante spy-story poco amata però dagli stessi abitanti del posto. Da tempo, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, in paese si erano diffusi alcuni sospetti divenuti poi via via sempre più insistenti: c’era il dubbio che tutto ciò che veniva detto in chiesa divenisse poco dopo di pubblico dominio. Non solo semplici chiacchiere e pettegolezzi ma anche le confessioni. Da qui la decisione di assumere addirittura un investigatore privato al fine di fare luce sulla vicenda e risolvere il piccolo giallo. Ebbene, la verità è venuta a galla solo di recente: all’interno della chiesa erano state piazzate ben due microspie, nei pressi del confessionale, in grado di captare ciò che poi inevitabilmente finiva a distanza di pochi giorni in piazza e nel bar della cittadina salentina. Alla luce di ciò si è reso necessario l’intervento dei carabinieri che hanno già acquisito tutto il materiale ritrovato e consegnato tutto in procura alla quale spetterà il compito di fare luce sullo “spione” autore dell’incredibile trovata.
MICROSPIE IN SACRESTIA: IL COMMENTO DELLA DIOCESI
Prima di arrivare ad assumere un investigatore privato, gli aderenti alle confraternite San Luigi e delle Rosariane hanno voluto mettere alla prova i concittadini, facendo circolare una fake news creata ad hoc e fatta trapelare proprio in chiesa. Poco dopo, la bufala era già sulle bocche di tutti. A quel punto è stato possibile capire come dietro l’assurda vicenda ci fosse la presenza di microspie in sacrestia, una nascosta dietro la cassetta per la raccolta delle offerte, l’altra in un vecchio mobile. A poche ore dalla diffusione della notizia, il vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna, tramite il suo portavoce ha cercato di minimizzare parlando del ritrovamento di una sola microspia “tra l’altro non rivelatasi tale”. Ad intervenire, come spiega PiazzaSalento.it, anche la Diocesi con una nota: “Da subito è emersa l’inconsistenza del meccanismo ricetrasmittente rivelatosi non funzionante e che quindi farebbe pensare a una simulazione”. Quindi ha attaccato apertamente chi ha “diffuso notizie che sembrerebbero avere il solo scopo di turbare la serenità della comunità ecclesiale”, tranquillizzando i fedeli in merito al rischio della presunta segretezza violata nelle confessioni. La diocesi ha aggiunto: “Resta il turbamento, il dispiacere dello scandalo dato ai fedeli”, ribadendo l’impegno a “ristabilire l’armonia ferita in quella che è una Chiesa carissima alla devozione dei Neretini”.