Una freddezza che il legale della famiglia Verri ha definito “allucinante” e una notevole dovizia di particolari: l’interrogatorio di Norbert Feher, meglio conosciuto dalla cronaca nera come Igor il russo, in video conferenza dal carcere di massima sicurezza di Saragozza, in Spagna, ha visto il pluriomicida confessa per la prima volta tutti i delitti davanti al gup di Bologna. L’interrogatorio si sarebbe dovuto tenere lo scorso novembre ma nella giornata di oggi Feher ha parlato dell’assassinio del barista Davide Fabbri e anche di quello di Valerio Verri, la guardia volontaria che, stando a quanto riportato dai figli oggi, sarebbe stato scambiato per un poliziotto e ucciso. “Dovevo schiacciare tutto” ha ammesso in un drammatico passaggio il diretto interessato, mentre ricostruiva l’uccisione del barista di Budrio, aggiungendo di averlo fatto perché si sentiva minacciato e doveva fare fuori qualsiasi cosa che gli si parasse davanti. Per quanto riguarda il gup di Bologna che oggi l’ha ascoltato per circa due ore, pare che negherà a Igor la perizia psichiatrica come chiesto dalla sua difesa dato che non sarebbe necessaria ai fini del processo. (agg. di R. G. Flore)
FIGLI DI VERRI, “PAPA’ SCAMBIATO PER UN POLIZIOTTO”
Francesca Verri, figlia della guardia volontaria uccisa da Igor il Russo l’8 aprile 2017, ha commentato la seconda udienza preliminare che si è tenuta in collegamento con la Spagna. «Mi è apparso sicuro, tranquillo – ha dichiarato a Radio Capital -. I due poliziotti lo hanno fatto sentire in pericolo e secondo lui si è difeso». Nell’interrogatorio in videoconferenza lo ha sentito dire che «ha dovuto sdraiare le sue vittime». Le due vittime italiane di Norbert Feher erano «un nemico» per lui, ma Verri non era un poliziotto. Quindi secondo Francesca «chi doveva sospendere il servizio delle guardie volontarie forse è ora che si guardi allo specchio». Inoltre riflette: «Nei suoi confronti provo odio e non escludo alcun sentimento dei più brutti. Non ho visto segni di pentimento. È nella piena consapevolezza di quello che ha fatto. Ed è convinto di quello che ha fatto». Il fratello, Emanuele Verri, anche lui in aula in Tribunale a Bologna, ha aggiunto: «Ci ha confermato ciò che volevamo sentirci dire: nostro padre non era un poliziotto, era un volontario in pensione». (agg. di Silvana Palazzo)
“DOVEVO SCHIACCIARE TUTTO…”
Igor il Russo, nel corso del processo con rito abbreviato che si sta svolgendo a Bologna e che lo vede collegato in video conferenza dalla Spagna, dove è detenuto, oggi ha confessato gli omicidi, a partire da quello del barista di Budrio: “Dovevo schiacciare tutto quello che avevo davanti. Mi sono sentito minacciato, allora ho tirato fuori la seconda arma e l’ho seccato”, ha ammesso, come riferisce Il resto del Carlino. Quindi ha ammesso di essere andato nel bar di Fabbri non per compiere una rapina ma per riscuotere un credito di 10mila euro per conto di una persona della quale non ha però fatto il nome e di cui avrebbe preso il 10% della somma e alcune pistole. Non ha però voluto tradire né i suoi amici né il codice che regola le sue azioni e che gli impediscono di fornire informazioni su chi lo ha aiutato nella fuga dall’Italia alla Spagna. Quindi ha parlato anche della sua cattura in Aragona e in questo ambito Feher ha raccontato che dopo aver ucciso l’allevatore Josè Iranzo rimase in zona senza fuggire in quanto voleva recuperare la sua Bibbia lasciata in un covo. Da qui emerge ancora una volta la sua forte religiosità come già trapelato da alcune sedute con gli psicologi in Spagna. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“SPARAI PERCHÉ DOVEVO SDRAIARE QUEI POLIZIOTTI”
Norbert Feher, alias Igor il Russo, non dovrà sottoporsi ad una perizia psichiatrica. Lo ha deciso il gup di Bologna Alberto Ziroldi, il quale ha respinto la richiesta della difesa del serbo, accusato di due omicidi in Italia. Secondo il giudice, non è necessaria la valutazione della sua capacità di intende e di volere ai fini del processo. Collegato in video dal carcere di massima di sicurezza di Saragozza, dove è detenuto, Igor il russo ha risposto alle domande delle parti per quasi due ore. È sembrato sicuro di sé quando ha fornito le risposte e dichiarato che non avrebbe risposto ad alcune domande. Norbert Feher avrebbe ammesso le responsabilità degli omicidi del barista Davide Fabbri e del volontario Valerio Verri, commessi a Budrio e Portomaggiore l’1 e 8 aprile 2017. Inoltre, ha spiegato che lo ha fatto perché era alle strette. «Ho sparato a Ravaglia perché aveva una pistola in mano. Poi ho sparato a Verri senza guardare se era armato perché per me era un poliziotto pure lui e dovevo sdraiare tutti e due». Queste le parole riportate da Francesca Verri, figlia di una vittima, su Facebook dopo aver seguito l’udienza preliminare in aula. Fu ferito gravemente l’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, che per salvarsi si finse morto.
IGOR IL RUSSO A PROCESSO: CONFESSA GLI OMICIDI
Igor il Russo ha fatto riferimento ad un “codice” per il quale non può fornire informazioni su chi lo ha aiutato nella fuga dall’Italia alla Spagna. Inoltre, ha spiegato di non c’entrare nulla con la rapina alla guardia giurata Piero Di Marco né con l’omicidio del metronotte Salvatore Chianese, di cui era sospettato. Il processo procede con rito abbreviato semplice: il 25 marzo è in programma la discussione, con la requisitoria del pm Marco Forte e le arringhe di parti civili e difesa. Norbert Feher fu arrestato il 15 dicembre 2017 a Teruel, in Argona, dopo una lunga latitanza. Fu catturato, svenuto, a bordo di un pick-up uscito di strada e appena rubato dopo aver ucciso a El Ventorillo un allevatore e due agenti della guardia civile. Proprio in Spagna dunque fu arrestato e da lì c’è stato il video collegamento per la seconda udienza preliminare, dopo il rinvio di fine novembre per un problema tecnico. «Non voglio un processo pubblico», ha dichiarato Igor il russo che, nella prima udienza del 31 ottobre scorso, ha rifiutato la presenza della stampa in aula.