Tiziana Cantone, processo per video hot/ La mamma “Sui siti porno ci sono ancora”

- Davide Giancristofaro Alberti

Il processo per i video-hot che hanno portato al suicidio di Tiziana Cantone è tutt’ora in corso. La mamma chiede giustizia

teresa_giglio_tiziana_cantone_vita_diretta Tiziana Cantone, la mamma Teresa Giglio a La Vita in Diretta

Si è tenuta pochi giorni fa la seconda udienza per il processo riguardante la povera Tiziana Cantone, la giovane di Napoli che si è tolta la vita il 13 settembre del 2016, non reggendo la vergogna per alcuni suoi video hot pubblicati a sua insaputa. Il processo a carico di Sergio Di Palo, l’ex fidanzato di Tiziana, è iniziato il 18 dicembre 2018, e l’imputato deve rispondere delle accuse di calunnia, accesso abusivo a dati informatici e falso. E’ stata invece archiviata l’inchiesta per istigazione al suicidio, aperta e poi chiusa lo scorso dicembre per mancanza di prove. Ma la mamma della povera Tiziana non ci sta, e da più di due anni continua a chiedere giustizia: «Sono due anni e 4 mesi che aspetto di sapere chi abbia divulgato questo filmato, e le risposte le devono dare chi dovrebbe tutelare i nostri diritti – le parole di Maria Teresa ai microfoni di Storie Italiane, programma di Rai UnoUna risposta che attendeva anche Tiziana, e che non è arrivata».

TIZIANA CANTONE, PROCESSO PER VIDEO HOT

Maria Teresa denuncia come i famosi video della figlia siano ancora online: «I siti porno continuano ancora a lucrare su questo fatto – svela amareggiata – si pensi addirittura che Pornhub a capodanno ha augurato gli auguri proprio con il video di mia figlia. Io sto lottando, questo è lo scopo della mia vita. Spero che adesso si faccia piena luce su tutti i punti oscuri su cui non si è andato ad indagare. Io lo pretendo». Secondo la donna servirebbe rivedere il sistema giustizia italiano per questi casi: «C’è bisogno di un’istituzione nuova – denuncia – bisogna puntare in particolare sulla tempistica, ci vogliono strumenti che agiscano in minuti e non in anni com’è la giustizia. La polizia postale non basta, le denunce sono troppe». La speranza è che l’appello della madre possa trovare accoglimento e che Tiziana posa così riposare in pace.





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