Alla vigilia della Giornata Internazionale contro le discriminazioni, un sondaggio diffuso da Save the Children nella scuola italiana mostra l’impressione generale tra gli studenti su quali siano e come siano presenti le discriminazioni all’interno del mondo giovanile e adolescenziale. I risultati sono shoccanti e vedono più di 3 studenti su 5 discriminati, emarginati o derisi dai loro coetanei: non solo, 9 su 10 sarebbero stati testimoni diretti di atti discriminatori contro i propri compagni specie all’interno degli ambienti a scuola. In termini di statistiche, nel report di Save the Children, il 62% dei ragazzi ammettono di aver subito direttamente situazioni di discriminazione dai propri coetanei. Tra questi, il 19% ha dichiarato di essere stato emarginato ed escluso dal gruppo, mentre il 17% è stato vittima di brutte voci messe in giro sul proprio conto, il 16% deriso e 1 su 10 ha subito furti, minacce o pestaggi.
LE “ETICHETTE” DELLE DISCRIMINAZIONI
Sul fronte “denuncia” tra chi ha subito discriminazioni, il 32% ha scelto di raccontare tutto alla famiglia e ai genitori, un altro 32% preferisce parlarne con gli amici mentre un impressionante e significativo 31% dice di non essersi mai rivolto a nessuno. Altro dato interessante è che solo 1 intervistato su 20 ha deciso di chiedere aiuto agli insegnanti, visti dunque non in “prima linea” per un concreto e mutuo soccorso in casi di orrende discriminazioni. Le “etichette” osservate da SottoSopra, il Movimento Giovani per Save the Children con il sostegno dell’Invalsi, sono molteplici e di varia natura: ecco le principali, l’omosessualità, l’appartenenza alla comunità rom, l’obesità o il fatto di essere di colore sono per l’80% degli intervisti i motivi “cardine” della discriminazione. Nel report finale in vista della Giornata mondiale di domani, si legge come «La discriminazione esiste ed è pericolosa, fa male a tutti, a chi discrimina e a chi è discriminato. È terribile come ne siamo assuefatti, non la vediamo e se la vediamo, la giustifichiamo. Dobbiamo smettere di chiudere gli occhi, smettere di trovare scuse, di dirci che sono scherzi tra ragazzi, che c’è una giusta motivazione». Non solo, in aggiunta il manifesto spiega «Ogni giorno, ognuno di noi, deve impegnarsi a strappare le proprie etichette e a smettere di attaccarne su gli altri, come fossero pacchi in un supermercato. È per questo che serve l’impegno di tutti noi ed, in particolare, chiediamo l’aiuto del mondo della scuola perché è lì che, per la metà dei ragazzi intervistati, si consuma la discriminazione».