Sono in corso arresti e perquisizioni in Sicilia, nel Consiglio di Stato al Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione, in merito al caso delle sentenze pilotate. Come riferiscono numerosi organi di informazione a cominciare dall’edizione online di Repubblica, il gip di Roma, Daniela Caramico D’Auria, ha disposto una serie di misure di arresti domiciliari e perquisizioni per il reati di corruzione in atti giudiziari. Un’indagine di cui vi avevamo già parlato, e che riguarda alcune sentenze che sarebbero state appunto pilotate presso il palazzo Spada. Numerosi i soggetti coinvolti a cominciare da Raffaele Maria De Lipsis, ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano, accusato di corruzione, e per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. De Lipsis avrebbe nel dettaglio intascato una tangente, di modo da indirizzare in un certo verso alcune sentenze riguardanti alcuni clienti dell’avvocato Piero Amara, quello che Repubblica definisce «il grande regista del giro di verdetti aggiustati nell’ambito della giustizia amministrativa».
SICILIA, SENTENZE PILOTATE IN CONSIGLIO DI STATO
Quello di De Lipsis è un nome di “vecchia data” sul tavolo dei pm di Roma e Messina, che da più di un anno stanno indagando su tale giro di sentenze aggiustate. Gli uomini della Guardia di finanza hanno passato sotto la lente di ingrandimento le sentenze dell’ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia, a cominciare da quella riguardante la Open land a Siracusa. Per gli inquirenti, De Lipsis è insieme all’altro ex presidente del Cga, Riccardo Virgilio (agli arresti da febbraio 2018), fra i giudici su cui l’avvocato Amara e il socio Calafiore, facevano affidamento appunto per ottenere sentenze in proprio favore. De Lipsis è il terzo giudice del Cga siciliano a finire in manette dopo Virgilio e Giuseppe Mineo, fermato quest’ultimo a luglio dell’anno scorso. L’indagine si sta allargando a macchia d’olio e promette nuovi sviluppi nel futuro prossimo.