Era salito sul treno alla fermata Cadorna, ma è stato costretto a scendere da un controllore perché a bordo c’era già un altro disabile. «Due sono troppi e lei non ha neanche preavvertito», si è sentito dire Edoardo Lucheschi, come riportato dal Corriere della Sera. Avrebbe voluto rispondere, ma non può parlare a causa della disabilità al 100% che lo tiene bloccato. E allora quando è tornato a casa si è sfogato con il fratello avvocato, raccontando l’accaduto scrivendo. La storia inevitabilmente è diventata un caso, e non solo perché non c’è stata flessibilità da parte del controllore. «Cosa crede il controllore, che fragili siano solamente i disabili? Tutti abbiamo vulnerabilità, nessuno escluso. Ci vuole un po’ di cura e attenzione all’umanità che ci sta intorno mentre si svolge il proprio lavoro». A queste parole sagge Stanislao Lucheschi ne ha associate altre ben più dure nella lettera di denuncia inviata a Trenord, riservandosi la richiesta di eventuali danni. Da Trenord sono arrivate sette email di risposta, di cui però «soltanto una pertinente», spiega Lucheschi.
CONTROLLORE FA SCENDERE DISABILE DA TRENO
Sei infatti davano informazioni su possibili agevolazioni, una sul fatto specifico. «Ci dispiace moltissimo per quanto accaduto, segnaliamo la possibilità di avvalersi del nostro supporto tramite mail o numero verde». Trenord poi al Corriere della Sera ha aggiunto: «Siamo sgomenti per quanto accaduto e ci scusiamo molto. Abbiamo aperto un’indagine interna e preso contatto con lui per poterlo incontrare presto. Il fatto non doveva accadere e non rappresenta lo standard del servizio di assistenza che offriamo a circa 60 passeggeri ogni giorno». Edoardo Lucheschi a 27 anni ha subito uno shock anafilattico causato da una allergia alimentare che si è verificata all’improvviso in campagna. Da allora tutto è cambiato. E venerdì, quando è salito sul treno diretto alla Bovisa con la signora che lo accudisce, è stato costretto a scendere dal controllore. «Gli ha detto che sul treno c’era già un altro disabile e che non poteva essercene un altro, non avendo mio fratello preavvertito della sua presenza». I passeggeri che necessitano di assistenza devono infatti avvertire con 48 ore di anticipo. Ma Edoardo non ne aveva bisogno. «Era già sistemato e stava benissimo. Edoardo non ha neanche potuto ribattere, è sceso dal treno e tornato a casa con le lacrime agli occhi per la rabbia. Questo piccolo episodio è stato comportamento umiliante e discriminatorio», ha concluso il legale.