Una lite con i genitori che in camera sua gli avevano trovato della marijuana e un bilancino per pesare l’erba. Lui, 17 anni, appena tornato da scuola, non ha retto, una crisi di nervi, il fatto di essere stato scoperto, chissà. E’ andato alla finestra, l’ha aperta e si è gettato di sotto, dal quarto piano schiantandosi di sotto. Portato urgentemente in ospedale è morto poco dopo per le lesioni interne riportate nello schianto. E’ successo a Guidonia, comune nell’hinterland nord di Roma, ieri. Adesso si indaga sul caso da parte della polizia, il bilancino potrebbe far pensare che il ragazzo spacciasse la droga, probabilmente ai suoi compagni di classe. Tragedie del genere sono già successe e fanno aprire molti interrogativi. Il primo come mai tanti minorenni ormai fanno consumo delle droghe cosiddette leggere, diventate pratica di massa in seguito a una propaganda che le pubblicizza come qualcosa di normale, come bere una Coca Cola.
LE COLPE DELLA DROGA “LEGGERA”
Ma la droga di qualunque tipo non è mai normale, soprattutto a queste giovani età, in cui il gesto di farsi una canna è un gesto di appartenenza, di pseudo ribellione, sentirsi parte di un mondo alternativo. Dall’altra c’è ancora purtroppo la quasi totale ignoranza del fenomeno da parte dei genitori, che non possono non rendersi conto che un figlio ne faccia uso, i segnali sono evidenti, ma spesso si fa finta di niente per non turbare la convivenza. Quando poi si capisce cosa sta succedendo, il primo modo di reagire è quello repressivo, i rimproveri, le litigate che scattano inevitabili. E infine il ruolo della scuola, insegnanti che fanno anche loro finta di niente. Un minorenne non ha ancora la percezione completa di cosa è bene o male, sentirsi rimproverato fa crollare un mondo, quello dei rapporti con i genitori la ribellione verso i quali è solo una richiesta di aiuto, di essere presi sul serio in quel fragilissimo momento che è il passaggio dall’adolescenza alla maturità.