«Il sacco di patate è sistemato a strada 19»: questo il messaggio ricevuto da un ragazzo di San Benedetto dei Marsi in concomitanza con la scomparsa di Collinzio D’Orazio, ritrovato morto 22 giorni dopo la sua scomparsa nel fiume Giovenco, nei pressi dell’intersezione con il canale Piccola Cinta. La madre ha spiegato a Chi l’ha visto?: «Se lo lasciavano sulla strada qualcuno lo salvava e lo portava a casa. Evidentemente si sono parlati in codice: vorrei dire a questo ragazzo che questo sacco di patate non sono patate. Questo è Collinzio, vorrei dirgli dove ha la coscienza: che parlasse!». E c’è il mistero della lettera anonima: venerdì 1 febbraio, data della scomparsa del 50enne, una coppietta si sarebbe appartata in via San Cipriano, il giovane autore della lettera sostiene di aver visto un’Audi A3 grigia vecchio modello in direzione del fiume. Una vettura uguale a quella di Fabio, indagato con Mirco per abbandono di incapace e che insieme a lui avrebbe visto Collinzio per l’ultima volta.
“CHIESE UN PIEDE DI PORCO PER FARSI GIUSTIZIA”
E c’è di più: ricostruendo gli ultimi spostamenti, Chi l’ha visto? evidenzia che Collinzio D’Orazio ad una certa ora va a casa di un conoscente. Fuori di sé, chiede un arnese di ferro che possa aiutarlo a farsi giustizia, un piede di porco: questo quanto riferito al fratello di Collinzio, che si sta muovendo in città per cercare la verità. La madre ha sottolineato: «Dice: “Li devo ammazzare, li devo ammazzare”. Evidentemente gli avranno fatto qualcosa per dire queste cose, Collinzio non era un violento o un cattivo». Voleva spaccare la testa a qualcuno che lo aveva fatto infuriare? E, soprattutto, chi è quel qualcuno? Teresa risponde: «E’ possibile che Collinzio abbia fatto il nome di qualcuno mentre chiedeva il pezzo di ferro: se ha fatto il nome, che parlasse. Se ha fatto qualche nome, lo dicesse: a volte la coscienza non ti fa dormire, sempre se abbiamo questa coscienza».