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Home » Cronaca » ADOTTANO CANE CHE SBRANÒ BIMBO/ Quando perdono e libertà sono cibo per cani

  • Cronaca

ADOTTANO CANE CHE SBRANÒ BIMBO/ Quando perdono e libertà sono cibo per cani

Maurizio Vitali
Pubblicato 5 Aprile 2019
Casa di Mascalucia dove dogo argentino sbranò il bimbo

Mascalucia, la casa dove il dogo argentino "Asia" sbranò il bimbo (LaPresse)

Una coppia adotta un dogo argentino, “perdonato” e guarito con la pet therapy, che nel 2016 aveva azzannato un bimbo di 18 mesi. La mamma era stata condannata

Attenzione, attenzione. Fare una vita da cani, oggi come oggi, quasi quasi è preferibile. Se sbagli magari di brutto, o commetti un delitto, come cane hai diritto al perdono, alla riabilitazione, al benessere e a una seconda opportunità. Come uomo, era meglio ammazzarti da piccolo: in galera! e buttate via la chiave; non vogliamo vendetta (ma va?), chiediamo giustizia (leggi: tagliarti le palle). Quanto all’eutanasia, al cane è giusto evitarla; l’umano si può accompagnare in Svizzera, visto che l’Italia è retrograda. Non è poi una gran distanza.


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Tutto ciò insegna, tra gli altri, il fatto che segue. Sbranarono un bambino: perdonati i due cani, condannata la mamma. La tragedia accadde a ferragosto 2016. Il bimbo, Giorgio, di un anno e mezzo, giocava nel giardino della villetta di Mascaluscia (Catania) vicino a una piscinetta gonfiabile. I due cani, Asia la femmina, Macchia il maschio, sono lì, come sempre. Normale. Stanno volentieri con i bambini: innocenti come loro. Mah. All’improvviso Macchia si avventa sul bimbo, lo azzanna alla testa, i denti da squalo perforano la scatola cranica; Asia assiste, o partecipa, va a saperlo di preciso. La mamma, Stefania, accorre, lotta con le fiere; strappa il figlio dalle zanne; l’elisoccorso non basta a salvare il piccolo, che muore.


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La mamma messa sotto inchiesta: sarà mica omicidio colposo? I cani messi in gabbia: ma solo perché gli inquirenti accertino, loro non sono inquisiti. La mamma in seguito patteggerà, costa troppo in soldi e psiche proclamarsi innocente a oltranza. Vada per l’abbandono di minore: otto mesi, ma è fuori con la condizionale. I cani chiusi in gabbia per qualche mese, non ne sono usciti di buonumore. Iniziano la rieducazione. Non in Sicilia: mancano strutture e professionalità all’altezza. Nemmeno al Santa Corona di Pietra Ligure, roba da umani tubercolotici. In un resort per cani di Rovereto. Pet therapy. Uscite al ristorante. Passeggio in centro e visita a locali pubblici. Ecco, guariti.


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Una coppia adotta Asia, la femmina che ha assistito e non si sa se partecipato. Macchia no, ecchecacchio, francamente non me la sento. I vicini del cane killer adottato sparano insulti social sulla coppia di umani adottanti.

Io, che sono garantista non solo coi cani ma anche con gli umani, assolvo tutti. Il bimbo sbranato, che da minorenne non era tenuto a saperci fare con gli amici a quattro zampe. La mamma, alla quale avevano detto, ope legis, che quei cani non erano pericolosi. Ope legis nel senso che la lista dei cani pericolosi stilata nel 2007 fu poi cancellata da una disposizione del 2009, in base al principio che non si può prevedere il comportamento di un cane in base agli antecedenti biologici. Una specie di teoria gender – maschio o femmina non si nasce, si diventa – applicata all’etica canina. Assolvo anche i due cani. Sia perché l’amico dell’uomo non ha il dono divino della libertà. Sia perché, poveri cristi (ops), non erano stati classificati legalmente tra i pericolosi. Sarà.

Trattasi di esemplari di dogo argentino. Fanno parte dei molossi, quelli che duemila anni fa Virgilio chiamava acrem molossum, terribile guardiano delle ville dei patrizi. Nel Novecento l’hanno incrociato con bulldog, bull terrier e mastini e poi con alani e altri miti cagnolini. Ne è uscito un fenomeno da guerra per la caccia grossa ai puma e cinghiali delle pampas. Sarà mica colpa sua se ogni tanto gli viene da aggredire. Né alcunché va imputato alla coppia trentina che ha adottato Asia (e non Macchia) e non meritava affatto insulti e minacce: le hanno giurato che non c’è pericolo dopo la rieducazione.

Invece:

Io, s’i’ fosse foco, arderei tutti i social-dizionari di parole orridamente bestiali rivolte gli umani;

S’i’ fosse vento, lo tempesterei tutto il vicinato che sbava insulti e minacce social invece che parlare coi vicini;

S’i’ fosse acqua, ì’ l’annegherei tutti quegli incoscienti zuzzurelloni che sprofondano il perdono al rango di una polpetta per cani e agli umani peccatori neanche una briciola, solo la gogna eterna. Ma perché siamo diventati così fatui con gli animali e così disumani con gli umani? Non sarà per qualche strana, indicibile paura?

S’i’ fosse Dio… cià, lasciamo stare. Non esageriamo.


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