Desirée Piovanelli/ Omicidio Leno, nuovo Dna appartiene a un complice? (Quarto Grado)

- Emanuela Longo

Omicidio Desirée Piovanelli: c'è un complice dietro l'assurdo delitto della 14enne di Leno? Spunta una nuova traccia biologica, il caso a Quarto Grado

Desirèe Piovanelli Desirèe Piovanelli (Quarto Grado)

Sono stati annunciati documenti importanti sul caso di Desirée Piovanelli la giovane 14enne uccisa nel 2002 a Leno, in provincia di Brescia ed il cui omicidio al centro della nuova puntata di Quarto Grado in onda stasera. La procura Bresciana ha deciso di riaprire il caso dopo ben 17 anni di distanza affidando alla Squadra Mobile della questura il compito di indagare sulla morte della minorenne. Indagini che prendono avvio dopo l’esposto di un residente di Leno e quello presentato dal madre della vittima, Maurizio Piovanelli, convinto che la ricostruzione finora eseguita in merito al delitto della figlia sia errata. L’uomo ha sempre sostenuto che dietro ci fosse un giro di pedofilia e che il mandante dell’omicidio sia ancora a piede libero. Secondo la ricostruzione dei fatti, Desirée fu uccisa dopo essersi ribellata ad un tentativo di violenza sessuale. Per la sua morte finirono in carcere quattro persone, tre delle quali minorenni e già tornate in libertà dopo aver scontato la loro pena. La quarta persona, il solo adulto, Giovanni Erra, è ancora dietro le sbarre ma di recente ha chiesto la revisione del suo processo. La svolta che potrebbe ora portare a importanti quanto inattesi (forse tranne per il padre della 14enne) colpi di scena è rappresentata da una traccia biologica sul quale ora potrebbero concentrarsi le nuove indagini.

OMICIDIO DESIRÉE PIOVANELLI, NUOVA TRACCIA DNA

Una traccia di Dna che potrebbe dare vita ad un nuovo “Ignoto 1” (come nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio e che ha portato all’arresto di Massimo Bossetti) potrebbe contemplare la tanto attesa svolta nel giallo sulla morte di Desirée Piovanelli. La traccia biologica è stata trovata sul giubbino della vittima, all’altezza del gomito dai Ris di Parma ma mai preso realmente in considerazione. Secondo quanto reso noto da Giornale di Brescia, il frammento di materiale biologico rinvenuto sarebbe “riconducibile a un soggetto di sesso maschile diverso dagli indagati”, come scritto in una relazione di 17 anni fa. Potrebbe appartenere ad un complice del feroce omicidio di Leno? Il padre della vittima, in merito alle ultime novità ha commentato fiducioso: “Spero che questa traccia possa portare alla verità. Anche se ancora oggi non so perché non sia stata analizzata all’epoca. Ora mi auguro che la Procura cerchi questo soggetto ignoto”. Negli ultimi giorni, intanto, si è svolto in procura un vertice per fare il punto della situazione. Come spiega QuiBrescia, all’incontro erano presenti due magistrati e la Squadra Mobile della questura.

LE NUOVE INDAGINI

L’intento di chi indaga all’omicidio di Desirée Piovanelli è ora quello di capire come muoversi dopo che è emersa la traccia di Dna di un quinto uomo e che, per motivi mai chiariti, non fu mai sviluppata negli ultimi anni, nonostante i processi e le condanne definitive. Dopo l’esposto del padre Maurizio, i magistrati hanno aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignori. L’uomo è già stato ascoltato dalla procura di Brescia nell’ambito della nuova indagine e con lui anche una ragazza di Leno che da minorenne fu coinvolta in festini hot con sesso e droga, e il padre di quest’ultima dalla cui denuncia venne arrestato un residente a Leno poi condannato. Adesso l’intento pare sia quello di procedere con la verifica se all’ufficio del corpo dei reati siano presenti ancora gli indumenti indossati dalla ragazza quel giorno di 17 anni fa e se sia ancora presente la traccia genetica. Sarà valutata anche la relazione del Ris di Parma prodotta nel medesimo periodo per cercare di capire se realmente ci sia o meno una quinta persona.





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