Fa discutere la sentenza del tribunale di Palermo nei confronti di tre medici che hanno somministrato ad un bimbo appena nato azoto al posto dell’ossigeno. I fatti risalgono al 29 novembre 2010, quando il piccolo Andrea, dopo essere venuto al mondo a seguito di un parto cesareo, venne sottoposto ad una terapia al protossido di azoto per problemi cardiaci, al posto dell’ossigeno, per ben 68 minuti. Un’operazione che causò gravissime conseguenze allo stesso nascituro che ora, a distanza di 8 anni da quei terribili eventi, non riesce a parlare ne tanto meno a camminare. Andrea subì infatti un’encefalofapatia grave e una compromissione neuromotoria irreversibile, che indussero la famiglia a denunciare i medici che avevano sottoposto il piccolo a quell’operazione maldestra. Peccato però che la sentenza in appello, giunta negli scorsi giorni, abbia assolto due dei tre imputati, dimezzando la pena di un terzo. Giudicato non colpevole il titolare della Sicilcryo srl Francesco Inguì, sotto processo per l’errata installazione dell’impianto di ossigeno, mentre è stata dimezzata la pena al direttore dei lavori Aldo la Rosa, (dai tre anni a un anno e mezzo), ma essendo inferiore ai 24 mesi è stata di conseguenza sospesa.
PALERMO, MEDICI DIEDERO AZOTO A NEONATO: ASSOLTI
Assolto infine il direttore del dipartimento materno infantile del Policlinico (oggi in pensione) Enrico De Grazia. Ovviamente amareggiati i genitori del piccolo Andrea, Giovanni Vitale e Cecilia Fecarotta, che da tempo ripetevano di essere sicuri che nessuno sarebbe andato in carcere. Inoltre, hanno sempre lamentato la lentezza della giustizia, tenendo conto che il processo era iniziato solo a marzo del 2013, e a maggio del 2016 aveva già cambiato sette giudici diversi, rischiando poi di andare in prescrizione. Confermati invece il risarcimento del danno e una provvisionale da oltre un milione di euro. E’ molto probabile, a questo punto, il ricorso in Cassazione, l’ultimo grado di giudizio: la famiglia spera di ottenere quello che da anni chiede, la verità.