Una ricerca condotta dall’Istituto Toniolo circa le preferenze dei giovani verso Papa Bergoglio mette in luce alcuni aspetti che già noti commentatori avevano sottolineato pochi giorni dopo l’elezione del cardinal Bergoglio a vescovo di Roma. La fiducia nei confronti di papa Francesco raggiunge proporzioni molto alte per quanto riguarda i temi di carattere sociale soprattutto nei giovani, i quali mostrano un atteggiamento positivo nei confronti di Bergoglio in merito al suo modo di sentire alcune tematiche: la povertà, l’immigrazione, la cura dell’ambiente, i problemi di natura sociale. Questo dato non rappresenta una novità: il papa, in maniera molto più decisa di qualunque altra istituzione, ha sollevato alcune questioni ponendole al centro del dibattito pubblico (si pensi al tema dell’immigrazione al centro del suo viaggio a Lampedusa).
I temi proposti sono argomenti che tutti i giorni riguardano la vita dei giovani (e non solo): il senso di giustizia e la cura degli ultimi rappresentano tematiche che in Italia hanno sempre acceso gli animi, scaldato i cuori e per i quali non esiste una soluzione definitiva. È la natura stessa della vita che pone questi problemi ed è la natura dell’uomo che in qualche modo cerca di darne una soluzione. Il disagio che vediamo aumentare nelle nostre città, in parte dovuto anche alla crisi economica, non ci lascia indifferenti. La recente Giornata mondiale della gioventù in Brasile è stata una risposta offerta alla domanda tipica dei giovani: la speranza verso il futuro. In questo senso il Papa non è stato tiepido. Ha offerto la sua risposta.
Bergoglio, spesso, viene interpretato dai media e dai commentatori che provano a definirlo, come un progressista, un papa “nuovo” rispetto al passato. E’ questo l’errore da evitare: per comprendere il senso delle sue parole bisogna osservare i suoi gesti. Bergoglio, oltre alla comunicazione verbale, infatti ha scelto anche la strada del messaggio implicito: con alcuni gesti ha comunicato il modo con il quale Chiesa “sente” alcune questioni della vita.
Si pensi alla bimba anencefala che preso con sé e ha “mostrato” al mondo. Quel gesto è più significativo di quanto lo abbiano letto i media: non è frutto della bontà cristiana in generale. In quel gesto c’è tutto il pensiero e il sentimento del Papa nei confronti della vita e della tematica riguardante l’aborto. Quello che emerge dai dati della ricerca, in relazione ad altre ricerche condotte sullo stato di salute della religione, appare molto evidente: il senso del domani, il senso della propria vita, il senso del nostro agire e dell’agire di chi abbiamo intorno, il senso del nostro noi appassionano la vita dei giovani. E Papa Bergoglio è entrato all’interno di questi aspetti offrendo una risposta.
Bergoglio ha offerto al mondo il “modo” della Chiesa cattolica di sentire quei problemi. L’immigrazione vista senza paura e senza perbenismi, il tema dell’aborto riposto al centro della vita e non in una semplice divisione dei diritti di ciascuno. Il bene comune (tema del quale si discute sempre, spesso aggrovigliandosi in una discussione poco veritiera) è tale perché riguarda la nostra vita in comune: Bergoglio affascina perché ha riproposto al mondo il tema della vita in comune. Ogni nostro agire ha un senso per quelli che abbiamo accanto (ogni nostra legge e pensiero sull’immigrazione dicono del modo con cui pensiamo l’altro e pensiamo noi stessi); ogni nostra idea sul tema dell’aborto evidenzia ciò che pensiamo della vita. Per non banalizzare Bergoglio e la ricerca sui giovani, sarebbe interessante che ci confrontassimo col suo modo di sentire quei problemi e quelle soluzioni. Sarebbe un bel dialogo di vita tra chi offre una risposta e chi pone una domanda.