E’ raro che una rivista culturale arrivi a vent’anni. E per di più una rivista nata per approfondire la dimensione storica in modo divulgativo ma scientificamente qualificato.
La storia oggi è infatti la disciplina considerata più noiosa dai giovani studenti e apprezzata dagli adulti in libreria e al cinema quasi solo quando si rivisitano periodi e personaggi con l’elemento del sensazionalismo o del romance.
Invece qui parliamo di una piccola rivista culturale online che per celebrare i suoi vent’anni di pubblicazioni ha appena realizzato un numero speciale intitolato “Lineatempo: vent’anni di cammino”.
E’ un numero che testimonia di un’esperienza che è diventata proposta culturale.
Quale esperienza? Quella di un gruppo di docenti che non volevano separare l’aspetto educativo della professione da quello culturale e che, volendo prendere sul serio il mestiere di insegnanti di storia, sentivano l’urgenza di far partire il rinnovamento della scuola prima ancora che dalle riforme o iniziative ministeriali, dal rinnovamento del proprio modo di insegnare, uscendo dai limiti del politically correct, della comunicazione stereotipata e dell’uso ideologico della storia in funzione del potere (cfr. “La memoria delle origini di LineaTempo”).
E’ un’esperienza che è diventata riflessione critica e sistematica sull’incessante dinamismo dell’avventura umana alla ricerca del senso della vita lungo la linea del tempo, grazie anche al coinvolgimento di numerosi accademici aperti alle esigenze di comunicazione della verità della dimensione storica e insofferenti alle gabbie ideologiche-accademiche imperanti negli anni novanta del Novecento.
Interessante è la parabola culturale della rivista, perché il tentativo di uscire dalle semplificazioni che imprigionano la complessità del reale ha portato dapprima a spalancare lo sguardo sulla linea della lunga durata, a proporre ricerche e approfondimenti che non dimenticavano mai l’orizzonte globale della storia, a dare rilievo alle sintesi capaci di offrire le chiavi più felici per periodizzare i diversi periodi storici, sempre consapevoli del valore “umanistico” della coscienza e della tradizione occidentale, per approdare in questi ultimi anni ad un approccio pluridisciplinare dei temi e dei periodi storici, che evidenzia il valore e il ruolo della dimensione culturale come plasmatrice di dinamica storica ed insieme porta a riconoscere che “la fonte sorgiva da cui storia, politica, diritto economia, cultura, arte e religione sono continuamente nutrite” è “la realtà del soggetto umano come motore propulsivo del divenire incessante di ciò che esiste” (cfr. “Un compito per il presente: vocazione e profilo intellettuale di Lineatempo”)
Occorre restare fedeli alla centralità originaria del fattore umano per guardare con realismo alla storia (occidentale e non solo) e alla centralità del soggetto umano come fulcro della cultura che anima dall’interno la storia per sfuggire al determinismo che riduce l’uomo a un semplice prodotto delle forze materiali del contesto storico in cui è inserito.
E’ solo questo approccio umanistico quello che permetterà ai giovani di riscoprire che le forze che muovono la grande storia degli avvenimenti epocali sono le stesse che muovono il microcosmo degli uomini singoli nella loro ricerca di bene e bellezza e ci aiuterà a riscoprire quel senso di mistero che la storia possiede, così da far emergere quel senso di indefinitività che permette allo storico di cogliere sfumature altrimenti impossibili, permettendogli di non trasformare in verità assoluta quella che è soltanto un’ottimistica certezza nell’infallibilità delle cause fondate sulla analisi delle strutture economiche e sociali, bensì di riconoscere la forza del contingente e dell’imprevisto nello svolgimento del destino degli uomini.
Questa prospettiva “realista” ha permesso infine di sviluppare riflessioni e interventi che a partire da un’accurata analisi storica sono stati capaci di “anticipare”, senza forzature etiche o ideologiche, una serie di problematiche socio-culturali che oggi come oggi sono di grande attualità.
Consapevole della massima della Arendt secondo cui “Da quando il passato non proietta più la sua luce sul futuro la mente dell’uomo è costretta a vagare nelle tenebre”, nel numero del ventennale la redazione ha deciso di pubblicare una piccola selezione di articoli che documentano su tre grandi filoni problematici questa capacità della riflessione storico-critica di aprirci “realisticamente” ai nodi problematici di oggi, e ci riferiamo in particolare all’intervista al grande storico Rumi sulle origini dell’Italia repubblicana per quanto riguarda l’identità e la formazione dell’Italia, all’articolo del card. Scola su Cristianesimo e religioni nel futuro d’Europa per quanto riguarda l’ambito dedicato alla formazione e alle caratteristiche dell’Europa e all’intervento di padre Samir su “L’Islam e la sfida della modernità” per l’ambito relativo all’incontro con i mondi “altri” rispetto all’Occidente.
Per chi volesse andare poi a verificare l’impegno della rivista a “vedere in grande” i temi della storia e della cultura, c’è la possibilità di consultare sul sito della rivista l’indice completo di tutti gli articoli pubblicati nel corso di questi primi vent’anni.