A Gaza continuano a non arrivare aiuti e si vive ancora in ripari di fortuna. I palestinesi vogliono riunirsi alla Cisgiordania per uno Stato loro
L’accordo per il cessate il fuoco aveva alimentato ben altre speranze, invece la gente di Gaza ora si ritrova ancora senza aiuti, senza un riparo se non quelli di fortuna di tende che non difendono dagli agenti atmosferici, senza vere garanzie di sicurezza. Il piano di Trump, insomma, non sta funzionando per i palestinesi.
Il presidente americano, però, osserva padre Ibrahim Faltas, francescano della Custodia di Terra Santa, si è impegnato insieme ad altri leader a dare un futuro a persone che vivono in una situazione disumana e le sue promesse vanno mantenute. I palestinesi di Gaza vogliono riunirsi a quelli della Cisgiordania per iniziare a realizzare la prospettiva di uno Stato autonomo. La gente è disperata per la propria condizione, ma resiste e non ha perso totalmente la speranza di una pace degna di questo nome, anche se la situazione attuale non autorizza ancora a immaginare un futuro dignitoso.
A Gaza dovrebbe esserci il cessate il fuoco, eppure si rischia di morire ancora ogni giorno. Cosa sta succedendo?
La situazione a Gaza è cambiata solo per il numero di morti e dei feriti, ridotto da una tregua che non sta dando i risultati sperati. A Gaza si continua a morire e a stare male dopo più di un mese da un annuncio di pace che non si sta trasformando in una realtà di pace.
L’inizio della tregua doveva coincidere con un aumento degli aiuti umanitari: com’è la situazione oggi? Il cibo, i medicinali, i beni di prima necessità stanno arrivando? Come vive la gente a Gaza?
Le condizioni di vita della gente di Gaza non sono cambiate e non sono migliorate. C’è la possibilità di fare entrare gli aiuti umanitari, ma è evidente che non entrano in misura sufficiente. Per affrontare il terzo inverno di questa assurda guerra sarebbero necessarie tende o altre possibilità di rifugio e di riparo per questa popolazione stremata. E invece manca ancora tutto a una popolazione civile che ha diritto a una vita dignitosa.
I bombardamenti israeliani hanno distrutto il 90% degli edifici, dove vivono oggi i palestinesi della Striscia?
Non esistono edifici che possano riparare dal freddo. Solo macerie e muri pericolanti: queste le immagini e i video che mi arrivano da Gaza insieme a notizie strazianti. Non esistono tende ma solo teloni sotto cui rifugiarsi, con i piedi affondati nell’acqua e con i vestiti bagnati. Giorno e notte, ogni giorno. Fino a quando?
Il maltempo ha colpito in questi giorni la zona di Gaza e le immagini hanno mostrato tende instabili e anche la sporcizia trasportata dagli eventi atmosferici. In quali condizioni igieniche si vive?

Le condizioni igieniche erano già precarie e le condizioni atmosferiche erano facilmente prevedibili. La tregua annunciata non sta diventando la pace sperata e necessaria ad una umanità sofferente e disperata. Fermare le armi o, meglio, limitare le morti e le sofferenze era ed è la prima urgenza. Speravo che contemporaneamente si organizzassero gli aiuti per arrivare a più persone e nel più breve tempo possibile. Ma così non è stato.
La Striscia è stata divisa in due zone delimitate da una linea gialla; cosa cambia vivere da una parte o dall’altra?
La linea gialla era stata indicata come una linea di controllo, ma non sono stati ben determinati i limiti oltre i quali la popolazione civile può andare o restare. La situazione non è chiara al momento e questo genera confusione fra gli sfollati che non sanno dove trovare riparo, rifugio e sicurezza.
Chi garantisce la sicurezza delle persone nelle diverse aree di Gaza: Hamas è tornata a controllare almeno una parte del territorio? Ci sono altre milizie all’opera?
Anche questo aspetto non è chiaro e fino a quando non ci sarà un vero controllo da parte della comunità internazionale, sarà difficile aiutare e dare sollievo alla popolazione. La pace è stata annunciata, ma non ci sono segni concreti di una soluzione concreta alla sofferenza di tanta povera gente.
Come affronta la gente di Gaza questa situazione, cosa pensano le persone della situazione attuale?
La gente di Gaza è disperata, ma sta affrontando con grande forza il dramma di questi anni. È molto difficile, ma sento la grande forza di donne e uomini che non si rassegnano e cercano cure e assistenza per i propri figli e per gli ammalati, di donne e di uomini che proteggono la vita di tutti e non solo delle loro famiglie e chiedono pace e dignità.
Cosa si pensa del piano di Trump? Da chi vorrebbero essere governati i palestinesi di Gaza?
Ogni soluzione di pace è stata attesa e desiderata. Quando è stato annunciato, il piano di Trump era stato accolto con la speranza che fosse la soluzione per una situazione disumana. Ancora non vediamo i risultati sperati, ma contiamo sull’impegno preso dal presidente americano insieme a tanti leader mondiali. Se si segue la strada della pace, i risultati devono portare alla pace e alla determinazione di due Stati per due popoli.
La popolazione di Gaza ha bisogno di riunirsi almeno politicamente a quella della Cisgiordania. I palestinesi hanno bisogno di essere un popolo unito per costruire uno Stato autonomo e indipendente e ricostruire la propria storia attraversata da tanta sofferenza. A Gaza la gente ha bisogno di pace e conosce chi lavora per realizzarla. È questo quello che sento dalle loro voci disperate, ma che ancora sperano.
(Paolo Rossetti)
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