DA MOSCA/ Mons. Pezzi: Dio muove i cuori, ma l’uomo deve aprire la porta

- Paolo Pezzi

Oggi la Chiesa celebra la memoria della Madonna del Rosario. In Russia è stata indetta una giornata di preghiera e di digiuno perché "non vogliamo abituarci alla guerra"

ucraina guerra mariupol 8 lapresse1280 640x300 Checkpoint a Mariupol (LaPresse)

Oggi, 7 ottobre, celebriamo la memoria della Madonna del Rosario. Questa festa fu istituita dopo la battaglia di Lepanto del 1571 da Papa Pio V. Secondo la tradizione, il Papa pregava in Roma la preghiera del Rosario che convertì i cuori più di quanto avessero potuto fare le armi. L’ammiraglio veneziano comunica al Papa che “non il valore dei soldati, non le armi, ma Maria Santissima e la preghiera del Santo Rosario ci diedero la vittoria”.

Questa idea è in realtà molto attuale oggi, quando invece si continua a pensare, in fondo in fondo, che siano le armi a garantire la pace o, ancora più ambiguo, che sia una vittoria armata a garantire che “Dio è dalla nostra parte”.

Di fronte a questa dilagante “ideologia”, che cioè sia il potere, qualunque potere, a garantire un solo possibile ordine si muove la tradizione storica della Chiesa. Papa Francesco ha fatto innumerevoli appelli, che devono essere letti nella loro intera prospettiva per poter cogliere la strada sostenibile per una pace duratura.

Il suo ultimo appello — non ho memoria che un Papa nella storia abbia dedicato una intera preghiera dell’Angelus a questo grido — è un invito alla conversione del cuore, perché il Papa sa benissimo che ciò che muove il cuore dell’uomo è ciò che alla fin fine muove i destini del mondo, e senza conversione del cuore non c’è cambiamento di strutture.

In un recente comunicato la Conferenza episcopale in Russia ha umilmente ripreso e ribadito questa verità: “Il confronto in Ucraina è degenerato in un conflitto armato su larga scala, che ha già cancellato migliaia di vite, ha minato la fiducia e l’unità tra le nazioni e i popoli, e minaccia l’esistenza di tutto il mondo. Come sei mesi fa, noi desideriamo ripetere il magistero della Chiesa, secondo il Santo Vangelo e l’antica Tradizione: la guerra non è mai stata né mai sarà un mezzo di risoluzione dei problemi tra le nazioni; ‘Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra’ (Pio XII, 1939)”.

Proprio perché si tratta del cuore da convertire abbiamo proposto una giornata di preghiera e di digiuno venerdì 7 ottobre. Perché non vogliamo abituarci alla guerra, non vogliamo rassegnarci alla sua ineluttabilità. Vogliamo andare in aiuto di chi soffre e insistiamo perché si provi davvero a raggiungere la pace. L’unica via d’uscita è la pace, e l’unica strada per raggiungerla è il dialogo (Francesco, Discorso a Nur-Sultan).

Noi siamo certi che il Buon Dio muove i cuori, li tocca, ma l’uomo deve aprire la porta. Per questo la preghiera del Rosario è preghiera alla Vergine e Madre Maria perché trovi Lei il modo di aprire uno spiraglio nel cuore degli uomini.

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