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Home » Economia e Finanza » Economia UE » Economia Germania » DALLA GERMANIA/ Il debito (degli altri) che preoccupa Berlino

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DALLA GERMANIA/ Il debito (degli altri) che preoccupa Berlino

L'economia tedesca si sta dimostrando solida: non ci sono, al momento, segnali di recessione. L'aumento dei debiti sovrani potrebbe però essere un problema

Alessandro Fontana
Pubblicato 29 Maggio 2022
Lapresse

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Crisi non scaccia crisi: mentre l’economia tedesca è ancora sotto l’influsso dalle conseguenze della pandemia, anche la guerra in Ucraina contribuisce a rallentare la ripresa economica. Secondo le nuove previsioni economiche dello “Institut der deutschen Wirtschaft”, il Pil crescerà solo dell’1,75% nel 2022. Le cause del rallentamento sono da ricondurre alle strozzature logistiche, alle interruzioni della produzione, all’aumento dei prezzi e a un’ampia gamma di incognite macroeconomiche e geopolitiche. Lo stesso istituto prevede per il 2023 un aumento del Pil pari al 2,75%, a condizione che le incognite suddette si risolvano in senso positivo.


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Le previsioni dell’IFO (Institut für Wirtschaftsforschung) sono invece più ottimistiche e articolate in due scenari. Lo scenario di base presuppone un aumento solo temporaneo dei prezzi delle materie prime, carenza di offerta e incertezza generale. Nello scenario alternativo, la situazione è destinata a peggiorare, per poi migliorare gradualmente nella seconda metà dell’anno. Sulla base di queste ipotesi, l’istituto stima per il 2022 una crescita del Pil del 3,1% (scenario di base) o del 2,2% (scenario alternativo), in netto ribasso rispetto alle ultime previsioni (3,7%). Nel 2023 la crescita dovrebbe attestarsi su un valore di 3,3% (scenario base) o di 3,9% (scenario alternativo).


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Il Geschäftsklimaindex (indice del clima di business) ha fatto invece registrare un aumento. L’indice IFO è salito a 93.0 punti a maggio, dal valore di 91.9 punti (destagionalizzato) di aprile. Le aziende sembrano essere più soddisfatte della situazione attuale, mentre riguardo al futuro permane un certo scetticismo. Nonostante i timori per inflazione, carenza di materiali e guerra in Ucraina, l’economia tedesca si sta dimostrando solida: non ci sono, al momento, segnali di recessione.

Buone notizie anche dal mercato del lavoro. Secondo la Bundesagentur für Arbeit, la disoccupazione e la sottoccupazione sono nuovamente diminuite ad aprile, rispetto a marzo e rispetto all’anno precedente. Le conseguenze della pandemia si sono tradotte in un aumento della disoccupazione di lunga durata, ma la domanda di lavoro dipendente si mantiene su livelli elevati. 


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Anche la guerra in Ucraina è destinata ad avere ripercussioni sul mercato del lavoro tedesco. Molti profughi stanno arrivando in Germania, in cerca di protezione e di occupazione. Le aziende dovranno fare ricorso al lavoro a orario ridotto, a causa della mancanza di forniture dall’Ucraina o dalla Russia. L’entità degli effetti non è tuttavia prevedibile al momento, e potrà essere valutata solo nei prossimi mesi.

Anche il barometro occupazionale dell’IFO registra un incremento. Sono in particolare le aziende nel settore della meccanica e dell’elettronica a essere alla ricerca di personale. Per i fornitori di servizi, l’indicatore ha toccato il valore più alto da ottobre 2018. I settori del turismo e della ristorazione cercano urgentemente addetti per coprire la domanda in ripresa dopo la pandemia. La propensione ad assumere rimane invece piuttosto debole nel commercio e nell’edilizia.

La situazione rimane quindi sostanzialmente positiva: l’economia tedesca dimostra ancora una volta resilienza e capacità di sopravvivere alle crisi. Come però ha fatto rilevare il Prof. Stefan Fröhlich dell’Università Erlangen Nürnberg, intervistato su Phoenix il 23 maggio, la Germania non è isolata dal resto del mondo: una situazione globale in deterioramento (il professore fa riferimento all’aumento dei debiti sovrani) non potrà non avere ripercussioni anche sulla prima economia europea.

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