Gianpiero Dalla Zuanna, professore di Demografia all’Università di Padova nonché autore di uno studio sul suicidio assistito, in una intervista a La Verità, ha parlato dell’importanza dell’investire sulle cure palliative. “Non azzardo percentuali, ma possiamo dire che in Belgio, Olanda e Svizzera, dove non sono previste, il ricorso all’eutanasia è maggiore”. Il motivo semplice: i malati non hanno alternativa al dolore, per cui decidono di mettere fine alla loro vita.
L’obiettivo, secondo l’esperto, dovrebbe al contrario essere quello di dare una speranza di sopravvivenza migliore ai pazienti, anche quelli per cui non ci sono cure definitive. “Le cure palliative aiutano il benessere delle persone e, in ogni caso, una persona deve essere libera di scegliere, come prevede anche la Costituzione. La questione è: come fa una persona a essere libera di scegliere se è oppressa da dolori inenarrabili? Intanto proviamo a togliere il dolore, allora la sua decisione sarà molto più serena”, ha sottolineato.
Dalla Zuanna: “Ricorso a eutanasia si riduce diminuendo le sofferenze”. Il parere dell’esperto
Le cure palliative in teoria sono un diritto, ma nella maggior parte dei casi questo non viene garantito. È per questo motivo che in molti scelgono il suicidio assistito. “Non mettere una persona nella condizione di poter scegliere non ha senso. Queste sono persone che non riescono a dormire, a stare sdraiate. Se non dai loro la possibilità di non soffrire, come posso- no decidere in modo sereno come atteggiarsi davanti al fine vita?”, si domanda Gianpiero Dalla Zuanna. Anche la magistratura è d’accordo. “La Corte stabilisce che ci deve essere un contatto stretto tra il Servizio sanitario, la persona malata e la sua famiglia”. Nella realtà però ciò non avviene.
È per questo motivo che il professore di Demografia all’Università di Padova è critico nei confronti della proposta di legge di Coscioni, che non menziona le cure palliative. “La linea culturale è sempre la stessa: lasciamo che le persone decidano del loro destino in modo incondizionato. A dirlo sembra bello – l’essere padrone di sé stesso, decidere individualmente della propria vita – ma bisogna vedere se si zuaè davvero nelle condizioni e nella serenità di decidere”, ha concluso.