DAVID SASSOLI PER IL DOPO-CONTE?/ Sarebbe il “preferito” dall’Europa

- Fabio Belli

David Sassoli per il dopo-Conte? Sarebbe il “preferito” dall'Europa, il presidente dell'Europarlamento in pole position per guidare il prossimo governo.

david sassoli 2019 lapresse 640x300 David Sassoli, foto da Lapresse

Potrebbe essere David Sassoli a raccogliere il testimone da Giuseppe Conte come prossimo presidente del Consiglio dei Ministri in Italia? L’ipotesi sta prendendo sempre più quota visto che il presidente dell’Europarlamento sarebbe il preferito di Bruxelles, soprattutto se dovesse cadere l’attuale esecutivo per lasciare spazio ad un altro Governo tecnico, incaricato di traghettare il Paese fuori dall’emergenza sociale ed economica scatenata dalla pandemia di coronavirus. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non sarebbe contrario a questo tipo di soluzione, considerando che dopo l’estate il mandato di Conte potrebbe essere considerato esaurito. Non si tratterebbe di una vera e propria crisi di Governo, ma di un rimpasto in cui la guida non potrebbe comunque essere un Conte 3, con Mattarella alla ricerca di un esecutivo autorevole che abbia come primo obiettivo evitare che l’Italia finisca vittima degli speculatori internazionali, pronti ad attivarsi soprattutto nel prossimo autunno, quando a livello economico il quadro della crisi sarà più che mai definito.

SASSOLI DALL’EUROPARLAMENTO A PALAZZO CHIGI?

Sassoli, nel suo ruolo di presidente dell’Europarlamento, sarebbe una garanzia considerando il filo diretto quotidiano mantenuto con i leader stranieri e si sta accreditando più che mai anche come potenziale premier dopo-Conte: una soluzione che in Europa vedrebbero con grande favore, visto che Sassoli a Bruxelles ha saputo giocarsi le sue carte nel migliore dei modi. Le prossime settimane saranno decisive, con il recovery fund da approvare: la partita è difficilissima ma se Conte dovesse ottenere una vittoria particolarmente sostanziosa a livello economico, l’esecutivo potrebbe anche tenere. In caso contrario l’estate servirebbe a portare consiglio e soprattutto valutare una successione a Palazzo Chigi che, oltre ad essere gradita all’Europa, potrebbe aiutare nella formazione di un “super-Governo“, di saggi più che di tecnici, pronti anche a reggere l’urto nel caso in cui il covid-19 facesse capolino con una seconda ondata di infezioni in autunno. In quel caso il bazooka economico potrebbe non bastare e servirebbero in campo elementi dallo spessore internazionale, per usare una metafora calcistica, tra i quali potrebbe esserci anche Mario Draghi.





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