Davide D’Accolti ucciso da ubriaco contromano/ “Ora rischio è assenza di giustizia”

- Emanuela Longo

Davide D’Accolti, ucciso da ubriaco e drogato contromano: a tre anni di distanza dalla morte, i genitori chiedono ancora giustizia

davide daccolti chi lha visto 640x300 Davide D’Accolti (Chi l'ha visto)

Davide D’Accolti aveva appena 23 anni quando è morto, vittima di un assurdo incidente stradale. Da allora sono trascorsi oltre tre anni ma la sua morte sembra essere stata dimenticata da tutti, tranne che dai suoi familiari. La storia di Davide è stata affrontata oggi dalla trasmissione Chi l’ha visto che ha ripercorso i momenti terribili dell’incidente dando spazio alle parole cariche di dolore dei genitori e della sorella del ragazzo. Era il 26 febbraio del 2016 quando Davide lasciò un’amica a Bari con la sua auto, poi si diresse verso la sua casa a Conversano dove però non arrivò mai. Sulla via del ritorno, mentre percorreva la Statale 16, rimase ucciso da uno schianto incredibile. Davide ebbe la sfortuna di incontrare sulla sua stessa strada un’auto guidata da un altro giovane che procedeva contromano già da 20 chilometri. L’impatto fu inevitabile e il 23enne non poté far nulla per evitarlo. Studente di ingegneria modello, amante della musica, Davide D’Accolti perse la sua vita in quel modo tragico, per mano di un altro ragazzo che, si scoprì dopo gli accertamenti del caso, aveva assunto alcol e droga.

DAVIDE D’ACCOLTI UCCISO: FAMIGLIA CHIEDE GIUSTIZIA

L’auto che viaggiava contromano e che si schiantò inevitabilmente contro la vettura di Davide D’Accolti, viaggiava a 160 chilometri orari. Lo ha ricordato il padre Gianni ai microfoni di Chi l’ha visto: “non ha potuto fare nulla, gli è arrivata addosso”, ricorda. L’altro giovane fu condotto in codice rosso in ospedale mentre Davide non sopravvisse, morendo tra le lamiere. “Quando arrivai lì, la cosa che mi fece proprio male e che non riuscì a stargli accanto e tenergli la mano, trovare le parole per tornare a casa e dire alla mamma ‘guarda che quella vita che hai coltivato non c’è più’, trovare le parole per raccontarlo alla sorella”, ha aggiunto tra le lacrime papà Gianni. Maria Antonietta, la madre, lo ricorda come un “cultore di storia della musica e ha imparato a suonare il pianoforte da autodidatta”. Nella sua camera tutto è rimasto com’era tre anni fa. “Il problema è dare un senso alle giornate, abbiamo un’altra figlia e all’inizio quasi ce la siamo dimenticata”, ha aggiunto la madre. A parlare anche la sorella Silvia che si è limitata a dire: “Non è facile convivere con questo lutto”. Per dare un senso a quella morte assurda, i genitori iniziano a scrivere lettere a tutti gli organi dello Stato: Davide è stato solo sfortunato o tragedia poteva essere evitata? Vorrebbero ora delle risposte: “Dalla polizia stradale la risposta che attendiamo è come mai non si è intervenuti per tempo. Come mai nn c’è stato un intervento prima”, ha spiegato la madre. Le domande sono ancora troppe ma le istituzioni continuano a non rispondere. Nel frattempo inizia il processo la cui dinamica sembra chiarissima. “Credevamo che la situazione fosse talmente chiara da essere risolta in breve tempo, dopo 3 anni non abbiamo neppure avviato il tutto”. Ora il rischio è che possa finire tutto in prescrizione. “Il rischio è rimanere agganciati a una assenza di giustizia”, ha chiosato il padre.





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