DAVIDE PARENTI: “IENE TORNANO IN STUDIO VIRTUALE”/ “Coronavirus? Ripartiremo con…”

- Dario D'Angelo

Davide Parenti, "papà" delle Iene, annuncia il ritorno della trasmissione su Italia Uno: "Coronavirus? In questo periodo tanti nuovi scherzi ai vip".

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Davide Parenti, storico capo-progetto de Le Iene, annuncia il ritorno della trasmissione di Italia 1 dopo lo stop forzato causato dal coronavirus. In un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni di oggi, Parenti ha parlato di come sarà la prima puntata nell’epoca della pandemia. A condurla, martedì 21 aprile, saranno Matteo Viviani, Giulio Golia e Filippo Roma. Poi sarà la volta di un terzetto tutto al femminile composto da Veronica Ruggeri, Nina Palmieri e Roberta Rei. Parenti ha spiegato che almeno in un primo momento vi sarà un solo appuntamento settimanale, poi dal mese di maggio si dovrebbe ricominciare con la doppia puntata. Tra le curiosità svelate da Davide Parenti anche quella sull’organizzazione della puntata: “Ci sarà uno studio “virtuale” che ricorda app come Zoom e Skype. I conduttori non saranno vicini, ma saranno avvicinati elettronicamente. Sullo schermo risulterà un’immagine simile a quando facciamo un’intervista tripla”.

DAVIDE PARENTI: “IENE TORNANO IN UNO STUDIO VIRTUALE”

Ma come si è arrivati a questo punto? Parenti ha ricordato: “A inizio marzo uno dei nostri inviati, Alessandro Politi, ha avuto la febbre per tre giorni, ha fatto il tampone ed è risultato positivo. Il 7 marzo abbiamo sospeso tutto e siamo andati in autoisolamento. Per fortuna nessuno di quelli con cui Alessandro ha avuto rapporti in redazione o nelle sale di montaggio si è ammalato”. In tutto, spiega Parenti “178 fra redattori, autori, conduttori, tecnici e tutti gli altri” sono rimasti a casa. Questo però non significa che Le Iene si siano fermate. Oltre ad organizzare la ripartenza da un punto di vista tecnico, infatti, la trasmissione di Italia Uno si è attivata per organizzare “scherzi molto divertenti a conduttori, attori, calciatori, personaggi noti. Così abbiamo chiesto a mogli, figli, familiari delle vittime di farci entrare nelle loro case grazie ai loro mezzi, abbiamo insegnato come fare le riprese di nascosto e mandare le immagini. Li abbiamo addestrati…”.





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