L'accordo sui dazi scongiura la guerra USA-UE ma serve prudenza per capire gli effetti: il punto con il Ministro dell'Economia Giorgetti in Parlamento

GIORGETTI SUI DAZI: COME RISPONDERÀ L’ITALIA ALLA (PROBABILE) CONTRAZIONE DEL PIL

Il quadro è ovviamente ancora non del tutto delineato, specie perché manca ancora un testo unico di riferimento dopo le contestate note di USA e UE pubblicate ieri: eppure l’accordo sui dazi al 15%, secondo il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha quantomeno ottenuto il risultato di scongiurare una guerra commerciale a tutto spiano con gli Stati Uniti d’America. Lo ha detto il n.1 del MEF nel question time di oggi alla Camera, nel giorno in cui le nuove stime del PIL non sembrano ancora andare nella direzione migliore per quanto riguarda la crescita dell’economia nostrana.



L’impatto di macrotariffe al 15% per i vari prodotti esportati risulta, ancora oggi, in proporzione crescente con l’aumentare della suddetta aliquota: ciò significa per Giorgetti che ad oggi è possibile prevedere un impatto comunque significativo sul nostro prodotto interno lordo, ma non tale da generare una guerra commerciale a tutti gli effetti tra l’Unione Europea e Washington.



Ursula Von der Leyen con il Commissario UE al Commercio Maros Sefcovic (ANSA-EPA 2025)

Certo, la stretta di mano fra Trump e Von der Leyen è lungi da essere un accordo vantaggioso, specie per alcuni settori del commercio italiano che puntano e molto sull’export USA: anche per questo motivo resta un giudizio prematuro quello che si potrebbe produrre in queste ore, rileva ancora il Ministro Giorgetti invitando alla prudenza e alla calma chiunque gridi alla “catastrofe” sui dazi, o al contrario, all’assoluto ottimismo che non vi saranno conseguenze per le imprese italiane.

Dopo l’istituzione di una task force permanente sui dazi attraverso il Ministero degli Esteri – a seguito dell’incontro con i rappresentanti delle industrie e aziende italiane – l’input del Governo Meloni è quello non trascurare affatto l’impatto delle “nuove” tariffe di Trump, ma con un’entità che ad oggi ancora non si è in grado di prevedere. Quello che è certo è la guerra commerciale scongiurata, rispetto a cui – senza l’accordo UE-USA sui dazi – si avrebbe avuto un evolversi traumatico degli scenari macro-economici.



DAI DATI ISTAT AL PROSSIMO PIL: L’IMPATTO DEI DAZI E LA PRUDENZA SUGLI AIUTI ALLE IMPRESE

Come ha sottolineato anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei giorni scorsi, nella nota unitaria con Salvini e Tajani, sono ancora in corso le interlocuzioni tra Europa e Stati Uniti per cui anche le varie diversità di vedute sull’accordo finale potranno e dovranno trovare una collocazione quanto prima. Di certo, aggiunte Giorgetti, la quota dell’export italiano verso gli USA non è affatto trascurabile e per questo sarà fondamentale sui vari dettagli emersi finora (digitale, farmaceutico, acciaio, etc) quale sarà lo specifico dato finale.

Trump oggi ha spiegato che non vi saranno ulteriori estensioni delle scadenze, perciò si partirà il 1 agosto prossimo con i vari “nuovi” dazi internazionali, compresi i prodotti UE in esportazione verso gli States: Roma è impegnata con tutto il Governo a promuovere una politica che a livello commerciale sia sempre più ambiziosa, e al contempo in simbiosi con Bruxelles si cerca di produrre con UE il miglior accordo possibile sui dazi assieme a riforme urgenti per recuperare gli eventuali deficit commerciali delle varie imprese colpite dalle tariffe.

In tal senso, conclude il Ministro dell’Economia, arrivare a parlare ora di quanto e come sostenere le aziende italiane è ancora prematura, in quanto molto dipenderà come si evolverà nei singoli settori coinvolti dai dazi: nonostante un calo del PIL registrato ancora oggi dai dati ISTAT, la previsione del MEF resta quella di una crescita allo 0,6% per l’anno 2025 mentre l’impatto dei dazi potrebbe comportare sull’anno prossimo un calo massimo di 0,5 punti dal complesso sistemo del PIL italiano. È però già previsto che dal 2027, se non già prima, «avvenga il graduale recupero che porterà il riallineamento allo scenario base» sull’evoluzione economica del nostro Paese.