Stephen Miran, consigliere della Casa Bianca, spiega le motivazioni che hanno spinto Trump ad imporre dazi invitando l'Ue a collaborare per un sistema equo

Stephen Miran, consigliere economico della Casa Bianca, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Verità, spiega le motivazioni che hanno spinto Trump a introdurre i dazi per gli scambi commerciali, invitando anche l’Europa a collaborare e dialogare per contribuire ai vantaggi reciproci. “I dazi sono fondamentali per stabilire un nuovo equilibrio commerciale e un sistema più equo“, dice l’economista, precisando anche che questo è un modo per assicurarsi che gli scambi avvengano in entrambe le direzioni e prevenire blocchi non tariffari che potrebbero essere imposti alle esportazioni americane da alcuni paesi.



Una strategia che potrebbe avere successo, specialmente per la crescita del settore della difesa e delle aziende manifatturiere che potrebbero aumentare la produzione, permettendo agli Stati Uniti di diventare autosufficienti senza doversi preoccupare degli avversari. Inoltre, le misure tariffarie sosterrebbero la diminuzione del deficit e dell’inflazione, insieme ad una riduzione della pressione fiscale, che porterebbe ad una rinascita industriale che porterebbe nuove opportunità di lavoro ed investimenti.



Stephen Miran: “Trump vuole rilanciare le aziende Usa, con i dazi il mercato diventerà più equo”

L’economista della Casa Bianca Stephen Miran, da sostenitore della politica dei dazi di Trump, ha suggerito ai paesi partner di non rispondere alle tariffe con contromisure, ma di collaborare con una trattativa. Il consiglio in particolare è rivolto all’Unione Europea, che il consigliere ha esortato a collaborare, con acquisti di materie prime strategiche negli Usa, come beni per la difesa e gas naturale. In questo modo, dice, si ristabilirebbe un sistema paritario, di cui potrebbe beneficiare il mercato statunitense, restando aperto agli scambi reciproci.



I settori che in particolare il presidente Trump vuole rilanciare, sottolinea Miram: “Sono quello dei semiconduttori, quello farmaceutico e dell’energia a basso costo, cruciali anche per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale“. Discorso differente invece per quanto riguarda la Cina, con la quale è in corso una sfida, specialmente sulle materie prime fondamentali per l’industria della sicurezza e della difesa, per questo, conclude, è importante: “Che le nostre aziende diventino resilienti all’approvvigionamento di componenti da Pechino“.