Il parlamento ha approvato il Ddl Anziani, una serie di misure per prevenire la non autosufficienza e nel contempo per chi è già non autosufficiente. Si tratta di una riforma, come sottolinea l’edizione online del Corriere della Sera, che era attesa da più di 20 anni e che vede circa dieci milioni di persone coinvolte. L’Italia, del resto, è il secondo Paese più anziano del mondo dopo il Giappone, e il Ddl Anziani diverrà di fatto effettivo con una serie di normative entro il 2024. Claudio Falasca, responsabile dell’ufficio studio di Auser, associazione per l’invecchiamento attivo, nonché direttore di Abitare e anziani, ha ricordato al Corriere della Sera che nel 2005 «i sindacati pensionati presentarono una proposta di legge di iniziativa popolare su questo tema, che fu sottoscritta da migliaia e migliaia di firme. Il bisogno era evidente allora. E il risultato di oggi è frutto di anni di lavoro di tanti».
Per Falasca il Governo dovrà «produrre un decreto legislativo che preveda politiche di prevenzione della non autosufficienza in età avanzata. Questa legge la consideriamo un architrave, perché l’obiettivo è prevenire la non autosufficienza», ovvero, fare in modo che le persone invecchino bene. E’ atteso un provvedimento che serva da indirizzo alle regioni, integrazione del sociale con il sanitario. In merito alla non autosufficienza, per Falasca vanno eliminate le «storture esistenti, il primo passo è costituire una integrazione tra il pilastro sanitario e quello sociale della assistenza, ed è una delle questioni più grosse, perché sono due aree che oggi non dialogano».
DDL ANZIANI APPROVATO DAL PARLAMENTO: “SI TIENE CONTO DI CONDIZIONI E BISOGNI DI CURA”
Nel Ddl Anziani ridisegnata la presa in carico di una persona anziana, ovvero, tutti quei passaggi che un cittadino deve compiere quando ha un problema di non autosufficienza: «Si rafforzano i punti unici di accesso, si chiarisce il sistema di valutazione multidimensionale, uno regionale e uno nazionale, poi si elabora piano di assistenza individuale, e si prevede budget di cura».
Viene inoltre rafforzata l’assistenza domiciliare e anche delle Rsa. Infine, viene introdotta la prestazione universale che riforma l’indennità da accompagnamento: «si introduce un modello che tiene conto delle condizioni e bisogni di cura e sostegno dell’anziano tenendo conto del reddito», e si «interviene sul lavoro di cura, sul capitolo badanti, che devono essere formate e regolarizzate».