Debito pubblico Francia 2025: +40,5 miliardi in 3 mesi, toccati 3.345,8 miliardi pari al 114% del PIL. Deficit e crescita preoccupano
Nel primo trimestre del 2025, secondo i dati ufficiali dell’Insee, il debito pubblico della Francia ha registrato un aumento di 40,5 miliardi di euro rispetto alla fine del 2024, attestandosi a 3.345,8 miliardi di euro totali: la nuova soglia raggiunta equivale al 114% del PIL nazionale, contro il 113,2% registrato nel trimestre precedente, quando il debito era salito di 3,8 miliardi di euro e questo incremento attuale porta il debito pro capite teorico a circa 48.800 euro per ogni cittadino francese.
Il quadro – abbastanza preoccupante – fa parte di una tendenza che appare ormai più che solida: dal 2017 a oggi il debito nazionale è aumentato di oltre 1.000 miliardi di euro, in media più di 125 miliardi all’anno, spinto da un aumento esponenziale della spesa pubblica e da un contesto macroeconomico debole. Nel dettaglio, la componente principale di questa crescita è rappresentata dal debito diretto dello Stato, salito di 36,7 miliardi solo tra gennaio e marzo 2025, dopo un calo di 3,7 miliardi nel trimestre precedente.
A questo si aggiungono aumenti minori nel debito delle amministrazioni locali (+0,6 miliardi) e della previdenza sociale (+3,3 miliardi), mentre il debito delle agenzie governative è rimasto stabile o leggermente calato; anche i titoli di Stato a lungo termine in circolazione sono aumentati in maniera considerevole (+42,6 miliardi), a conferma del maggiore ricorso ai mercati da parte del Tesoro per finanziare il disavanzo. L’aumento degli interessi passivi, stimati in 55 miliardi nel 2025, supera la spesa annuale per la difesa nazionale, ponendo altri vincoli alla capacità dello Stato di intervenire su altri fronti di spesa strategica.
Debito pubblico Francia 2025: deficit al 5,4% del PIL, obiettivo 3% solo nel 2029
L’aumento del debito pubblico in Francia si colloca in un contesto di forte squilibrio fiscale, in quanto, il deficit pubblico francese nel 2024 si aggirava al 5,8% del PIL, il peggiore dell’intera zona euro, mentre per il 2025 il governo prevede un leggero miglioramento, con un disavanzo stimato al 5,4%, da ridurre in modo graduale al 4,6% nel 2026 e al di sotto del limite del 3% solo nel 2029, come previsto dalle regole europee.
Ma nonostante ciò, la crescita economica resta modesta: la previsione di aumento del PIL per il 2025 è stata rivista al ribasso allo 0,7%, condizionata da una domanda interna debole e da un’alta propensione al risparmio delle famiglie, che oggi tocca il 18,8% del reddito disponibile, il valore più alto degli ultimi 45 anni.
Il Ministero dell’Economia ha già annunciato un pacchetto di misure correttive da 5 miliardi di euro, tra cui il congelamento di 3 miliardi di crediti e 1,7 miliardi di tagli nel settore sanitario, ma queste misure potrebbero non essere sufficienti a fronte della maggiore pressione esercitata dalle agenzie di rating. Fitch, in particolare, ha messo sotto osservazione la Francia e potrebbe procedere a un declassamento da AA ad A, con un impatto potenziale ipotizzato in circa 1 miliardo di euro annui in termini di costi aggiuntivi per interessi sul debito.
Il rischio è che l’inasprimento delle condizioni di finanziamento e l’obbligo di rientro nel quadro di bilancio europeo impongano nuove strette alla spesa pubblica in un contesto sociale e politico già fortemente spaccato; entro il 14 luglio, il governo guidato da François Bayrou sarà chiamato a presentare le linee guida della legge di bilancio per il 2026 e, in assenza di misure di contenimento e rilancio, le previsioni indicano un rapporto debito/PIL in crescita fino al 116,5% entro il 2027, aggravando il divario tra la Francia e gli altri principali Paesi europei, in un contesto di persistente instabilità finanziaria.