Delitto di Garlasco, nel mirino 6 telefonate tra il carabiniere Sapone e Andrea Sempio. "Errori marchiani nell'indagine", ha dichiarato ministro Piantedosi
DELITTO DI GARLASCO, LE TELEFONATE TRA SAPONE E SEMPIO NEL MIRINO
Silvio Sapone si è difeso a più riprese negli ultimi giorni, pur non essendo indagato, in merito ai contatti con Andrea Sempio ritenuti sospetti dalla Procura di Brescia, che indaga l’ex procuratore Mario Venditti con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Eppure, il suo nome ritorna, così come le telefonate che sarebbero finite nel mirino degli inquirenti.
La Provincia Pavese riporta che, tra i tabulati telefonici esaminati dagli investigatori, figurano sei chiamate e un sms tra l’ex responsabile della polizia giudiziaria e Sempio, all’epoca indagato nel 2017 per il delitto di Garlasco, e attualmente nuovamente sotto inchiesta. Dietro quella richiesta di archiviazione, poi accolta, ci sarebbe la presunta corruzione, nella tesi accusatoria.
Pur non coinvolgendo Sapone nelle attuali indagini, gli inquirenti stanno comunque verificando i suoi contatti con Sempio, giudicati “anomali e opachi”, poiché non risultano in alcuna relazione ufficiale e non sembrano avere finalità investigative.
Sempio era stato interrogato in relazione al delitto di Garlasco il 10 febbraio 2017, con convocazione ricevuta due giorni prima, mentre le telefonate con Sapone risalirebbero alla fine di gennaio.
I CONTATTI SOSPETTI E L’INTERVENTO DI PIANTEDOSI
Il contenuto dei contatti non è noto, ma dai tabulati risulta che il 21 gennaio ci furono quattro chiamate: alle 10:33, 10:54, 12:46 e 20:37. Il giorno seguente si registrarono ulteriori due telefonate e un sms tra le 17:03 e le 17:48.
Non essendo indagato, Sapone non ha carte da esaminare e approfondire, come evidenziato dal suo avvocato, Massimo Marmonti, alla Provincia Pavese, però ha ribadito anche che al carabiniere in congedo non risultano quei contatti.
Nel frattempo, del delitto di Garlasco e delle nuove indagini, tra quella di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi e quella di Brescia sull’ipotesi corruzione, ha parlato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il quale non ha dubbi sulla necessità che venga fatta chiarezza: “Sicuramente da qualche parte sono stati fatti errori marchiani”, ha dichiarato il titolare del Viminale.